Istat e Ocse vedono Pil arrancare e sotto stime governo. Spread deprime crescita dello 0,7%
L’economia italiana dovrebbe rallentare, mostrando a partire da quest’anno un tasso di crescita più basso rispetto all’anno scorso. Secondo le ultime previsioni economiche diffuse oggi dall’Istat, il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia crescerà dell’1,1% nel 2018, in calo rispetto all’anno scorso quando era salito dell’1,6%. L’istituto di statistica nazionale ha oltretutto rivisto al ribasso di 0,3 punti la stima rispetto a quanto previsto a maggio. La crescita risulterebbe in lieve accelerazione nel 2019 a un +1,3%, ma comunque sotto il +1,6% raggiunto nel 2017 e sotto i target formulati dal governo nella manovra (+1,5% nel 2019). Sulla crescita pesa poi l’incognita spread, il cui balzo potrebbe deprimere ulteriormente la ripresa. Come se non bastasse, è arrivato anche il monito dell’Ocse che ha tagliato le stime sull’Italia.
In frenata i consumi delle famiglie
Quest’anno il Pil è quindi atteso aumentare dell’1,1% supportato dalla domanda interna. In un contesto caratterizzato da un rallentamento degli scambi internazionali e in particolare delle esportazioni, il contributo della domanda estera risulterebbe invece negativo. Guardando però ai consumi delle famiglie, che insieme alla spesa per investimenti dovrebbero sostenere l’economia tricolore, emerge una significativa decelerazione rispetto all’anno passato: si attesterebbe a +0,9%, mentre nel 2017 era a quota 1,5%.
Nel 2019 il tasso di crescita del Pil è previsto pari all’1,3%, in lieve accelerazione rispetto al 2018, sostenuto ancora dal contributo positivo della domanda interna, prevista in recupero a un +1,2% grazie “ad alcune delle misure di politica fiscale contenute nella Legge di Bilancio come quelle di contrasto alla povertà e l’impulso agli investimenti pubblici”.
Aumento spread di 100 punti determinerebbe peggioramento Pil dello 0,7%
Le previsioni sull’Italia si inseriscono in un contesto globale più debole. Le stime sull’economia internazionale per il 2019 indicano una decelerazione del Pil reale al +3,5% dal +3,7% di quest’anno. Un andamento che sconta gli effetti negativi sul commercio mondiale dell’implementazione di misure protezionistiche e, in particolare nei paesi emergenti, di condizioni finanziarie più restrittive, delle tensioni geopolitiche e di un prezzo del petrolio più elevato.
In questo quadro, per l’Italia si potrebbe aggiungere anche l’impatto di un peggioramento delle condizioni del mercato del credito, determinato da un aumento dei tassi di interesse sul quadro macroeconomico. Nel primo anno, un aumento dei tassi di interesse pari a 100 punti base determinerebbe un peggioramento del Pil dello 0,7% rispetto allo scenario base.
Disoccupazione in miglioramento, ma ben oltre quella europea
Il mercato del lavoro in Italia manterrà una dinamica positiva con un ulteriore aumento dell’occupazione e una riduzione del tasso di disoccupazione, che rimarrà comunque significativamente superiore a quello dell’area euro. L’inflazione è prevista in accelerazione seppure con tassi di crescita inferiori a quelli dell’area euro.
Anche l’Ocse rivede al ribasso le stime sull’Italia
Un monito sulla crescita è arrivato anche dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Nel suo rapporto pubblicato oggi, l’istituto di Parigi ha rivisto al ribasso le stime di crescita sull’Italia: quest’anno il Pil tricolore dovrebbe salire soltanto dell’1% (contro il +1,2% previsto a settembre e il +1,4% di maggio) e dovrebbe rallentare ulteriormente nel 2019 e 2020 a un +0,90%. Addirittura sotto il punto percentuale e ancora più lontano dalle stime di governo (+1,5% nel 2019 e +1,6% nel 2020). Il deficit è previsto al 2,5% del Pil nel 2019 e al 2,8% l’anno successivo, superiore a quello calcolato da Roma (2,4% e 2,1%).