Istat taglia outlook Pil, alza stime deficit. UNC: ‘di male in peggio’. Codacons: ‘dalla padella alla brace’
Italia condannata a una crescita da zero virgola, dopo il +1,7% del 2017? L’Istat ha tagliato l’outlook sul Pil italiano del 2018 a +0,8%, rispetto al +0,9% stimato lo scorso aprile. E’ qaunto emerge dalla revisione generale quinquennale dei conti economici nazionali, diffusa oggi dall’istituto nazionale di statistica. Non solo. Peggiorate, per il 2018, anche le stime del rapporto deficit-Pil, con le previsioni che sono state alzate al 2,2%, + 0,2 punti rispetto a quelle di aprile. Il deficit-Pil del 2017 è stato superiore, pari al 2,4%. Sembra essere andata piuttosto bene la crescita del Pil italiano del biennio 2016-2017, visto che l’outlook sulla crescita del 2017 è stato lasciato inalterato al +1,7%, mentre quello del 2016 è stato rivisto perfino al rialzo a +1,3% da +1,1% dell’outlook di aprile. La crescita da zero virgola, insomma, è partita nel 2018, per peggiorare tra l’altro nel 2019: sono di oggi le indiscrezioni, riportate dal Messaggero, secondo cui il Pil di quest’anno, stando a quanto risulta dalla bozza del Nadef che il governo M5S-PD sta preparando in vista della presentazione alle Camere venerdì 27 settembre, salirà di appena +0,5%. Le stime saranno dunque nuovamente tagliate, visto che in primavera l’esecutivo M5S-Lega prevedeva una espansione dello 0,8%.
Sembra inappellabile il verdetto dell’Unione nazionale dei Consumatori, che si esprime così, nella nota “Di male in peggio, spesa e potere d’acquisto al palo”: “Di male in peggio. Cala il Pil e si aggrava il rapporto deficit-Pil, dal 2,1% al 2,2%. Ma quello che ci preoccupa di più, è che sia la spesa per consumi finali delle famiglie che il potere d’acquisto sono ancora al palo, agli zero virgola, rispettivamente +0,8% e +0,9%”, ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Considerato che la spesa della famiglie residenti rappresenta il 60% del Pil, stando ai dati di oggi il 59,78%, è evidente che fino a che non si ridà capacità di spesa agli italiani non ci potrà essere nemmeno una crescita significativa”, ha concluso Dona.
E Codacons sottolinea che “si passa “dalla padella alla brace, commentando i dati dell’Istat sui conti nazionali.
“I numeri segnano un peggioramento preoccupante – spiega il presidente Carlo Rienzi – La crescita del Pil nel 2018 è rivista al ribasso allo 0,8%, e peggiora il rapporto deficit/Pil che passa dal 2,1% al 2,2%. In tale contesto i consumi appaiono al palo, con la spesa per consumi finali delle famiglie residenti aumentata appena dello 0,8%, incrementi tragici da ‘prefisso telefonico’ che frenano la ripresa dell’economia italiana”.
“Su tale situazione, poi, incombono le clausole di salvaguardia e il possibile aumento dell’Iva nel 2020 – prosegue Rienzi – Se non sarà sterilizzato l’incremento delle aliquote, i dati sul Pil e sull’economia italiana sono destinati ad andare incontro alla catastrofe, a causa della forte contrazione dei consumi che si registrerà nel nostro paese”.
E occhio al report della Cgia di Mestre, che ha messo in evidenza come la crescita zero assedi praticamente l’Italia da 20 anni circa, e come l’Italia sia l’unico paese, insieme alla Grecia, a essere rimasto sotto i livelli precedenti la grande crisi. “Nonostante sia trascorso oltre un decennio da questo evento, assieme alla Grecia siamo l’unico paese dell’area dell’euro a non aver ancora recuperato la situazione ante-crisi (2007). Rispetto a 12 anni fa, infatti, l’Italia deve riconquistare ancora 4,2 punti percentuali di Pil”.