Finanza Notizie Italia Italia, calma apparente: Covid e debito resta ‘un abbraccio mortale’. Mazziero stima calo Pil più ampio del previsto

Italia, calma apparente: Covid e debito resta ‘un abbraccio mortale’. Mazziero stima calo Pil più ampio del previsto

23 Settembre 2020 10:33

L’Italia si è presentata “fragile a questo evento imprevisto, ma prevedibile. Intendiamo come prevedibile non tanto il fatto che di possibile pandemia si parlasse in ambienti scientifici, ma del fatto che se non vi fosse stata la pandemia vi sarebbe stato qualche altro elemento scatenante una crisi; le crisi giungono ciclicamente e questo sta nell’ordine delle cose”. Parte così il 39° Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani elaborato dalla Mazziero Research, che presenta pienamente gli effetti del deterioramento economico legato al Covid-19.

Certo, Mazziero Research sottolinea che c’è stato il provvidenziale intervento dell’Unione europea che “ha aperto i cordoni della borsa, beneficiando l’Italia ben più di altri; fortunatamente nessuno a Bruxelles sta ora guardando alla sostenibilità dei conti pubblici; fortunatamente la Bce sta acquistando copiosamente l’ingente mole di emissioni di titoli di Stato. Ma tutto ciò non va inteso come una cuccagna che durerà a lungo: presto o tardi si tornerà a guardare i conti pubblici e a come i prestiti siano stati spesi. Se i frutti resteranno miseri, come nel passato, dopo i prestiti non resteranno che le elemosine”. Entrando più nel dettaglio delle previsioni, pur con un possente rimbalzo nel secondo semestre, Mazziero Research stima che il Pil italiano subirà nel 2020 un calo dell’8,2%. “Se a questo dato associamo un debito a fine anno che potrebbe aggirarsi tra 2.566 e 2.598 miliardi ci troviamo con un debito/Pil che balzerebbe dal 134,6% al 161,6% e un deficit/Pil dal 1,6% al 10,8%”, spiegano gli esperti.

 

Pil? Una contrazione più ampia del previsto


Nell’analisi della situazione economica italiana, Mazziero Research parte dall’ultima rilevazione Istat che ha rivisto in peggioramento non solo la stima preliminare del Pil nel secondo trimestre, dal 12,4 al 12,8%, ma anche quella definitiva del primo trimestre abbassandola di un ulteriore punto percentuale al 5,5%. Il terzo trimestre dovrebbe segnare un recupero tra +12 e +15% (il dato calcolato è +14,2%) mentre il progresso sarebbe più modesto nel quarto trimestre e compreso tra +1 e +4% (il dato calcolato è +2,5%). A livello annuale il Pil viene stimato tra -7 e -9% (il dato calcolato -8,2% e risulta in calo rispetto al -8% della precedente stima).

In merito a tali stime, Mazziero Research invita a considerare che il forte aumento ipotizzato per il terzo trimestre non ha nulla di eclatante, ma è la semplice conseguenza di una ripresa, in una qualche misura, delle attività che creano un evidente scostamento positivo rispetto ai forti cali avvenuti nella prima parte dell’anno. L’entità della ripresa nella seconda metà dell’anno, spiega ancora, è fortemente soggetta al grado di miglioramento economico a livello globale e potrebbe essere annullata anche completamente nel caso di una recrudescenza dell’emergenza Covid.

 

Covid e debito: l’abbraccio mortale


Il tema del debito pubblico resta la zavorra dell’Italia, ancor più ai tempi del coronavirus. Il Covid ha, infatti, fortemente peggiorato la dinamica del debito pubblico, con aumenti impensabili sino a pochi mesi fa. In soli 4 mesi, da marzo a luglio, il debito è aumentato di 129 miliardi, mentre da inizio anno si contino 150 miliardi in più. Guardando ai prossimi mesi, i valori stimati dalla Mazziero Research mostrano una dinamica che vede ancora una forte crescita del debito ad agosto, mentre poi dovrebbe attenuarsi nei mesi successivi grazie a una ripresa delle entrate fiscali. “Va considerato che il forte incremento del debito si associa a un’altrettanta pesante caduta del Pil, con un forte deterioramento dei rapporti di debito e deficit Pil da noi stimati rispettivamente al 161,6% e 10,8% a fine 2020 – si legge nell’Osservatorio -. Il debito sin qui generato non comprende eventuali prestiti che verranno richiesti nell’ambito del Recovery Fund, che andranno ulteriormente ad ampliare queste cifre e i relativi rapporti con il Pil”.

E ancora legge: “Abbiamo già ora raggiunto livelli di debito che non sono praticamente rimborsabili e che influenzeranno in modo pesante le generazioni future. Questo è un aspetto ancor più grave delle cifre in sé in quanto spoglia i nostri figli del futuro e li costringe a porre rimedi a conseguenze generate dal nostro egoismo e dalla pretesa di benefici insostenibili; a solo titolo di esempio si può citare l’attuale sistema pensionistico. Tuttavia, presto riprenderà la pantomima della riduzione del debito a partire dal prossimo anno a cui ci hanno abituato i vari ministri delle finanze, giocando sul fraintendimento tra debito in termini assoluti e debito/PIL. Il Ministro dell’Economia Gualtieri parlando in audizione alla Camera sul Recovery Fund il 15 settembre ha auspicato la discesa del debito/PIL a partire dal 2021 e per gli anni successivi; gli organi di informazione hanno riportato la notizia riferendosi esclusivamente al debito in termini assoluti”.

Una calma apparente

Attualmente non si vedono impatti negativi e le imponenti emissioni di titoli di Stato vengono abbondantemente acquistate dalla BCE, che ha ormai superato il 20% di detenzione rispetto al circolante. “Questa situazione apparentemente tranquilla rischia però di non dare la reale misura dell’affanno del Paese: nei primi sei mesi dell’anno si sono persi oltre mezzo milione di posti di lavoro e il timore di una nuova estensione del contagio condiziona la fiducia di imprese e famiglie”, spiegano da Mazziero Research ricordando che “il Governo ha predisposto le linee guida per richiedere i finanziamenti a Bruxelles, ma sembra non avere fretta nel definire i dettagli necessari per ottenere i contributi”. Insomma, si tratta di un passaggio delicato. “E’ bene che ciascuno di noi se ne renda conto senza illusioni; non ci sono bacchette magiche e nel contempo, se vogliamo riformare questo Paese, dovremo essere pronti a lasciarci alle spalle alcuni privilegi. Soprattutto la nostra bussola dovrà essere sempre rivolta al quesito di cosa lasciamo alle generazioni future.”