Italia: commercio ancora in crisi, vendite al dettaglio tornano a scendere. Allarme alimentari
Battuta di arresto per le vendite al dettaglio in Italia, che a ottobre sono scese dell’1% in valore e dell’1,1% in volume rispetto a settembre quando erano salite dello 0,8% (dato rivisto al ribasso dal precedente +0,9%). Il calo è ben peggiore del previsto. Gli analisti si aspettavano infatti un ribasso minimo dello 0,1%. Su base annua, quindi nei confronti di ottobre 2016, le vendite al dettaglio sono scese del 2,1% in valore e del 2,9% in volume, dopo l’accelerazione di settembre (+3,1%).
Allarme per forte calo degli alimentari
Guardando nel dettaglio i dati diffusi dall’Istat, emerge come gli italiani abbiano ridotto la spesa soprattutto per il cibo. Le vendite di beni alimentari hanno riportato una flessione dello 0,9% in valore e dell’1,5% in volume su base mensile, mentre quelle di beni non alimentari sono diminuite dell’1% in valore e dello 0,8% in volume. Il calo ha riguardato tutte le tipologie di commercio, dal -2,0% della grande distribuzione al -2,2% dei piccoli negozianti.
La crisi del commercio non è finita
“I dati Istat sulle vendite di ottobre attestano la mancata ripresa del settore del commercio in Italia, che dopo una serie di numeri incoraggianti ha fatto segnare un preoccupante passo indietro, a dimostrazione che la crisi per negozi e commercianti non è affatto alle spalle e, purtroppo, prosegue anche nel corso del 2017, coinvolgendo tutte le tipologie di esercizio commerciale”, ha commentato il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, secondo il quale si tratta di numeri non solo deludenti, ma addirittura preoccupanti soprattutto per il settore alimentare, per cui “siamo di fronte ad un evidente allarme”.
Preoccupazione viene espressa anche dall’Unione Nazionale Consumatori, che parla di “dati pessimi”. Secondo l’associazione presieduta da Massimiliano Dona, rispetto a dicei anni fa, ossia rispetto ai valori pre-crisi, si amplia l’abisso da colmare, specie per i piccoli negozi. Dall’ottobre 2007 ad oggi, per i piccoli negozi le vendite in valore sono diminuite del 15,7%, -16,8% per gli alimentari e -15,6% per i non alimentari.
Più ottimista invece la Coldiretti, secondo cui si tratta di una semplice frenata, dettata da una tendenza a rimandare gli acquisti per avvantaggiarsi delle condizioni più favorevoli delle feste ma anche dell’arrivo delle tredicesime. I consumi dunque dovrebbero riprendersi, con una stima di spesa per Natale di 528 euro a famiglia, in aumento del 4,4%. “L’Italia quest’anno – ha continuato la Coldiretti – si classifica al terzo posto tra i Paesi Europei dove si spende di più per il Natale, preceduta solo da Spagna con 632 euro e Gran Bretagna con 614 euro. La spesa media per le festività di fine anno in Italia risulta superiore del 19% rispetto 445 euro della media in Europa dove in fondo alla classifica c’è la Polonia con 258 euro a famiglia”.