Italia degli sprechi: spesa sei volte superiore alla Germania per l’illuminazione pubblica
La spesa pro-capite per illuminazione pubblica in Italia è quasi il doppio di quella media europea. Un taglio degli sprechi potrebbe far risparmiare 300 milioni di euro in tre anni
L’Italia è, seguita a poca distanza dalla Spagna, il Paese dove si spende di più per l’illuminazione pubblica: 28,73 euro annui pro-capite (27 per la Spagna). La media dei principali Paesi europei si attesta a 16,8 euro, quasi la metà. Baciata dal Sole, l’Europa meridionale non sembra capace di sfruttarne appieno la luce. Anche la Francia, consuma, per ogni suo cittadino, più della media europea: 20,28 euro all’anno.
Hai voglia poi a lamentarsi quando le nazioni virtuose del Nord Europa ci guardano storto! La Germania spende in illuminazione pubblica 5,8 euro pro-capite ogni anno, quasi sei volte meno dell’Italia. I dati provengono da uno studio di Carlo Cottarelli, Diego Bonata, Fabio Falchi, Riccardo Furgoni e Carlo Valdes, dell’Osservatorio conti pubblici italiani dell’università Cattolica.
Neanche la crisi ha spento la luce
Nel 2017 l’Italia ha consumato 6.000 gwh circa di illuminazione pubblica, circa 100 kwh a testa, tanto quanto faceva nel 2007 prima della lunga crisi economica. La spesa complessiva si è attestata a 1,7 miliardi di euro. Un’idea chiara delle differenze di consumo tra Italia e resto d’Europa si può avere dalle immagini di The new world altas of artificial night sky brightness e della Nasa relative al 2016 che mostrano la luminosità nottura del cielo d’Europa. L’Italia è uno dei Paesi più illuminati del continente.
Il confronto con la Germania risulta altrettanto “illuminante” nell’infografica seguente. Uno “spread” di 38,1 punti.
Tra le regioni italiane che consumano di più pro-capite ci sono la Valle d’Aosta (199 kwh annui), seguiti da Calabria (151), Basilicata (143), Abruzzo (142) e Molise (138). Le regioni più virtuose sono la Campania (80), il Lazio (81), il Veneto (85) e la Lombardia (88).
Quanto si risparmia tagliando gli sprechi
Nel marzo 2014 le Proposte per una revisione della spesa pubblica stimava un risparmio potenziale in 300 milioni di euro nell’arco di tre anni. Le misure previste erano distinte tra breve e medio periodo. Le prime avrebbero consentito risparmi a costo zero:
Spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica extraurbana;
Spegnimento dei punti luce nelle aree artigianali e industriali
Nessuna di queste misure fu implementata, anzi ci furono molte polemiche sulla proposta, che il rapporto dell’Osservatorio attribuisce “a una diffusa convinzione di relazione tra luminosità e sicurezza priva di fondamento scientifico”.
Le misure di medio periodo consistevano invece nella sostituzione degli impianti di illuminazione tradizionali e inefficienti con le lampade a Led (passaggio che sta avvenendo in molti comuni), l’installazione di orologi astronomici o sensori di movimento, la regolazione della luminosità di alcuni impianti e l’adeguamento dei servizi di manutenzione ai costi di mercato.
Attraverso queste misure, stima l’Osservatorio, si potrebbero ridurre i consumi medi pro-capite degli italiani del 50%, allineandosi alla media europea.