Italia: il Nord si conferma il motore dell’economia, Mezzogiorno indietro su Pil, consumi e occupazione
Nonostante la ripresa economica in atto, il divario tra Nord e Sud non si riduce e rimane una Italia a due velocità. Lo conferma l’ultimo rapporto Istat sull’economia territoriale: le regioni settentrionali primeggiano per Pil, occupazione, consumi e reddito disponibile, le province autonome di Trento e Bolzano come fiore all’occhiello, mentre il Mezzogiorno rimane inesorabilmente indietro su più fronti.
Il Nord-ovest si conferma l’area con Pil per abitante più elevato
Con 34mila euro nel 2016 il Nord-ovest resta l’area geografica dove il Pil per abitante è il più elevato. Seguono il Nord-est, con 33mila euro e il Centro, con 30mila euro. Ultimo il Mezzogiorno, con soli 18mila euro, vale a dire poco più della metà di quello del Nord-ovest. La graduatoria regionale vede in testa la provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con un Pil per abitante di 42,5mila euro, seguita da Lombardia, provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta. Il Lazio risulta, con 31,6mila euro, la prima regione del Centro in termini di Pil per abitante. Nel Mezzogiorno la prima regione per livello di Pil pro capite è l’Abruzzo con circa 24mila euro. L’ultimo posto della graduatoria è occupato dalla Calabria, con 16,6mila euro.
In Calabria e Umbria la peggiore performance dell’occupazione
In termini di occupazione si registrano segnali positivi in tutto il Paese, soprattutto nel Nord-est con una crescita dell’1,7%. Unica eccezione è l’Umbria, dove gli occupati sono diminuiti dell’1% l’anno rispetto al 2011. Il Mezzogiorno si pone, con 30,7mila euro, su un livello inferiore di circa il 19% rispetto ai 37,8mila delle regioni del Centro-nord per quanto riguarda il livello del reddito da lavoro per occupato dipendente. La regione con il valore più basso è la Calabria, con 28mila euro, seguita dalla Puglia, con 30mila euro; quella con il livello più alto è invece la provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con 40,7mila euro.
Lazio, Sicilia e Campania le regioni più terziarizzate
Il Lazio è la regione più terziarizzata: oltre l’85% del suo valore aggiunto è ascrivibile ai servizi. La quota del terziario è molto elevata, superando l’80%, anche in Sicilia e Calabria. La più alta quota di valore aggiunto dell’industria si osserva in Emilia Romagna e Veneto (26% circa), seguite da vicino da Basilicata e Marche (25,5%).
Reddito disponibile più basso in Calabria, Campania e Sicilia
Le famiglie residenti nel Nord-ovest dispongono del livello di reddito per abitante più elevato (21,5mila euro), seguite da quelle residenti nel Nord-est (quasi 21mila euro). Nel Centro il livello è pari a circa 19mila euro, nel Mezzogiorno a 13,5mila euro, con un differenziale negativo del 25,7% rispetto alla media nazionale. In testa alla graduatoria del reddito disponibile per abitante si trova la provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con 24,6mila euro, seguita da Emilia Romagna e Lombardia (22mila euro). Calabria (12,4mila euro), Campania e Sicilia (poco più di 13mila euro) sono le regioni in cui il reddito disponibile per abitante è più basso.
L’incidenza dell’economia non osservata è più elevata nel Mezzogiorno
In Italia l’economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale) rappresenta, nel 2015, il 14% del valore aggiunto totale. L’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno (19,1% del valore aggiunto), vicina alla media nel Centro (14,2%) e inferiore nel Nord-est (12,2%) e nel Nord-ovest (11,5%). La Calabria è la regione in cui il peso dell’economia sommersa e illegale è massimo, con il 21,3% del valore aggiunto complessivo, mentre l’incidenza più bassa si registra nella provincia autonoma di Bolzano-Bozen (10,7%).