Italia, la stima del PIL 2021 balza al +5,7% e il rientro dallo smart working potrebbe regalare un altro +2%
Alla sorprendente Italia del 2021, in ambito sportivo e non solo, sembra essergli concesso davvero di tutto. Anche riuscire a crescere economicamente più veloce di Germania ed Eurozona. Il PIL nostrano potrebbe infatti attestarsi al +5,7% a fine anno e un rientro in ufficio dei lavoratori da settembre potrebbe spingere il cuore produttivo del Paese a un ulteriore +2%. Numeri estremamente interessanti, tarati ovviamente sull’auspicio di evitare nuove restrizioni e chiusure grazie all’impatto decisivo dei vaccini, che emergono dalle previsioni realizzate periodicamente da Mazziero Research.
Il dettaglio sui numeri
Ma andiamo con ordine e vediamo l’analisi di questo 2021 che vede l’economia italiana correre spedita come Marcell Jacobs, tanto per restare sull’attualità. Il forte progresso del PIL del 2° trimestre al 2,7% (stima preliminare Istat) porta a rivedere le nostre stime trimestrali e la crescita su base annua. Il 3° trimestre viene rivisto al 2,2%, dal precedente 2,6%, un lieve arretramento che non deve trarre in inganno in quanto si aggiunge un +2,2% a un 2° trimestre già molto buono che proveniva da un 1° quarto solo lievemente positivo. La stima del 4° trimestre viene portata a -0,8, dal precedente -1,2%; nel formulare tale stima si è mantenuto un approccio cauto non potendo escludere eventuali limitazioni agli accessi dei centri commerciali qualora nel periodo pre-natalizio vi fosse una sensibile diffusione della variante Delta. Occorre considerare, inoltre, che il segno meno non va inteso come un arretramento drastico, ma come una naturale pausa dopo due trimestri di forte crescita. Tali ipotesi potranno essere riviste al rialzo nei prossimi mesi.
La corsa verso la normalità
Su base annua la stima per il PIL 2021 viene rivista al 5,7% dal 5,1% precedente. Nel complesso siamo di fronte a una previsione ottimistica ma realistica, dando per scontato che non vi sia un cambio di passo del Governo sul tema chiusure qualora la pandemia torni ad essere più invasiva durante l’inverno. Secondo le proiezioni attuali, è possibile notare che il 2021 potrebbe terminare a un valore inferiore di circa il 2% rispetto ai livelli pre-Covid.
Infine, un rientro dallo smart working contribuirebbe al ritorno alla normalità e fornirebbe una spinta a settori che ancora non hanno avuto modo di recuperare pienamente come ristorazione collettiva, caffetteria, abbigliamento e altre attività indotte che consentirebbero di far crescere ulteriormente il PIL di circa il 2% su base annua (stima approssimativa dopo 12 mesi dal rientro). Al tempo stesso però la fine del lavoro da remoto, se non adeguatamente concertata, potrebbe porre sotto pressione il trasporto locale in termini di disponibilità di conduttori e di mezzi, che dopo un periodo di inattività, dovrebbero essere posti nuovamente in condizioni di efficienza. Il tutto andrà dunque modulato con la giusta gradualità e accortezza. Perché l’Italia del 2021 ha voglia di continuare a correre e stupire tutti in positivo.