Italia, l’Fmi vuole la patrimoniale e riforma Fornero. Ma anche più tasse su immobiliare e consumi
Patrimoniale, ma anche aumento dell’Iva e, in generale della base imponibile. Il Fondo Monetario Internazionale presenta la sua ricetta per risolvere l’annoso problema italiano del debito, chiamando a rapporto il paese e ricordando quella che è la priorità assoluta: il risanamento dei conti pubblici. Così, si legge nel documento stilato dall’istituzione Fiscal Monitor:
“La priorità dovrebbe essere l’avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente”.
Ma come?
Affinché il trend ribassista del debito sia possibile, per l’istituzione di Washington guidata da Christine Lagarde sono necessarie diverse misure: tra queste, il taglio della spesa primaria corrente, il sostegno alle fasce più deboli, l’aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sul lavoro con un ampliamento della base imponibile e uno spostamento” verso la tassazione delle “ricchezze (dunque la patrimoniale), degli immobili (magari la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa) e dei consumi (dunque aumento dell’Iva)”.
Una proposta, quella dell’Fmi, che replica quella dell’Ocse, almeno per quanto riguarda la patrimoniale. Era stata proprio l’istituzione con sede a Parigi, pochi giorni fa, a invocare la patrimoniale, al fine di ridurre quelle disuguaglianze sempre più marcate, che sono cresciute a seguito della crisi economica dell’ultimo decennio. Una patrimoniale per ridurre, insomma, gli scompensi provocati dall’allargamento della forbice tra i più ricchi e i più poveri in Italia.
Ocse favorevole così come l’Fmi anche a una maggiore tassazione sulla proprietà immobiliare visto che, a suo avviso, l’Italia beneficia di una delle tassazioni più favorevoli nella stessa area Ocse per la prima casa, così come anche è leggera la tassazione sui BTP, i bond italiani.
Ma nel mirino del Fondo Monetario Internazionale e anche di diverse istituzioni che guardano all’Italia, non ci sono ‘solo’ i patrimoni, i consumi, e le case.
Osservate speciali sono infatti anche le pensioni. E indicativo è lo studio che è stato diffuso verso la fine di marzo dallo stesso Fmi: “Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform”, analisi stilata dagli economisti Michal Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi.
Il paper, che non riflette l’opinione dell’Fmi, ha affermato che la spesa pensionistica in Italia è troppo alta e che la riforma Fornero non basta. In quello studio, tra le ricette, il taglio stesso delle pensioni, interventi sulla tredicesima e quattordicesima, e anche l’imposizione di nuovi limiti sulle pensioni di reversibilità.
Tra l’altro, a mo’ evidente di monito nei confronti del nuovo governo italiano, l’Fmi ha invitato di nuovo l’Italia a non eliminare la riforma Fornero: un chiaro avvertimento alle forze politiche M5S e Lega, che in campagna elettorale hanno deciso di azzerare proprio quella legge. E che sono ai primi posti per governare l’Italia.