Italia: Pil 2018 inchiodato al +1,4%, ma rischi all’orizzonte (e non riguardano la politica)
Che anno sarà il 2018 per l’Italia? L’economia dovrebbe continuare a crescere, sostenuta dai consumi interni, anche se all’orizzonte si stanno addensando alcune nubi (e non riguardano la politica). Il mercato del lavoro dovrebbe migliorare, rimanendo però più debole rispetto ai livelli europei. E l’inflazione dovrebbe intensificarsi nella seconda metà dell’anno, per la felicità della Banca centrale europea ma non dei consumatori italiani. Questo il possibile quadro delineato dall’Istat.
Il Pil crescerà dell’1,4%
Il Prodotto interno loro (Pil) dlel’Italia dovrebbe crescere nel 2018 dell’1,4%. Si tratta di una percentuale che, se verrà confermata, sarà identica a quella dello scorso anno e che comunque resterà molto lontana dai livelli di crescita raggiunti nel periodo pre-crisi. Guardando ai primi tre mesi del 2018, il Pil ha registrato un’ulteriore crescita (+0,3% rispetto al trimestre precedente) prolungando cosi il ciclo favorevole iniziato nel terzo trimestre del 2014. L’intensità della crescita si mantiene sui livelli del trimestre precedente, ma in leggera decelerazione rispetto alla media dei tassi di crescita trimestrale del 2017 (+0,4%). A sostenere l’economia italiana saranno i consumi interni, che anche quest’anno aumenteranno ma con una intensità più contenuta (+1,2%).
Mercato del lavoro in miglioramento, ma ancora lontano da media europea
I consumi delle famiglie saranno sostenuti a loro volta dal miglioramento del mercato del lavoro. Nei prossimi mesi è infatti previsto un aumento dei livelli occupazionali (+0,8% in termini di unità di lavoro) ma con un ritmo più contenuto rispetto all’anno precedente. A questo si accompganerà una progressiva, ma lenta, diminuzione del tasso di disoccupazione al 10,8%, contro l’attuale 11%, un valore di 2,5 punti percentuali superiore a quello dell’area euro.
L’inflazione riprenderà nella seconda parte dell’anno
Nei prossimi mesi è prevista una graduale risalita dell’inflazione verso l’1% mentre una più accentuata accelerazione è attesa nei mesi finali dell’anno. A sostenere l’inflazione contribuirà la crescita dei costi dei beni energetici, determinata da un aumento dei prodotti petroliferi in parte bilanciata dal contestuale apprezzamento della valuta europea rispetto al 2017.
I possibili rischi sulla strada della ripresa
Le tensioni sul commercio internazionale e il caro-petrolio potrebbero però mettere a rischio la crescita dell’Italia quest’anno. “L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una più moderata evoluzione del commercio internazionale e da un incremento più accentuato del prezzo del petrolio”, ha avvertito l’Istat. Secondo i suoi calcoli, un rallentamento del commercio mondiale, pari a 0,5 punti percentuali, associato ad un incremento del 10% del prezzo del Brent (fino ad a 78 dollari per barile in media d’anno) determinerebbero una flessione su esportazioni e importazioni e sui consumi delle famiglie, portando nel 2018 a una minore crescita del Pil pari a 0,2 punti percentuali.