Italia: popolazione scesa a 60,5 milioni, nuovo minimo storico delle nascite ma aumenta l’immigrazione
Scende per il terzo anno consecutivo la popolazione residente in Italia. Le nascite conitnuano a diminuire, toccando il nuovo minimo storico dall’Unità, mentre l’immigrazione aumenta per il secondo anno consecutivo. Intanto continua a salire l’età media della popolazione che supera ormai i 45 anni. Questa la fotografia scattata dall’ultimo rappporto demografico dell’Istat, diffuso oggi.
Popolazione italiana in calo per il terzo anno consecutivo
All’1 gennaio 2018, la popolazione residente in Italia è pari a 60,5 milioni, quasi 100mila in meno sull’anno precedente. Si tratta del terzo anno consecutivo di calo. La flessione però non riguarda tutte le aree del Paese. Regioni demograficamente importanti, come Lombardia (+2,1 per mille), Emilia-Romagna (+0,8) e Lazio (+0,4), registrano variazioni di segno positivo. L’incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella provincia autonoma di Bolzano (+7,1) mentre nella vicina Trento si arriva al +2 per mille.
Nuovo minimo storico delle nascite
Il saldo naturale, vale a dire il rapporto tra nascite e decessi, registra nel 2017 il suo peggior risultato storico raggiunto nel 2015. Nel confronto tra questi due anni emerge che a incidere negativamente sulla dinamica naturale è l’ulteriore riduzione delle nascite, mentre il numero dei decessi è pressoché analogo. Nel 2017 si conteggiano 464mila nascite, il 2% in meno rispetto al 2016. Si tratta della nona consecutiva diminuzione dal 2008 e del nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia.
Immigrazioni in aumento per il secondo anno consecutivo
All’opposto, il saldo migratorio con l’estero nel 2017, positivo per 184mila unità, registra un consistente incremento (+12%) sull’anno precedente. Considerato che quello tra il 2016 e il 2017 è il secondo incremento consecutivo, dopo quello osservato nel 2016 rispetto al 2015, il Paese sembrerebbe uscito dalla fase di diminuzione che aveva generalmente contraddistinto la dinamica migratoria internazionale negli anni di recessione economica. Significativo segnale d’inversione della tendenza risulta, a tal riguardo, non solo il più elevato numero d’ingressi dell’ultimo quinquennio, pari a 337mila, quanto la contrazione per la prima volta dopo 10 anni del numero delle uscite dal Paese. Le emigrazioni per l’estero, infatti, continuano a risultare consistenti ma si attestano a 153mila unità, ovvero 4mila in meno del 2016.
Possibile effetto Brexit sulle migrazioni con l’estero
Sebbene sia prematuro per asserirlo su base statistica, l’Istat sottolinea che c’è un fattore aggiuntivo che potrebbe spiegare la recentee dinamica migratoria: la Brexit. La scelta dei cittadini britannici di uscire dalla Comunità Europea, a seguito del referendum del 23 giugno 2016, sta provocando ripercussioni sulle migrazioni internazionali del Regno Unito. Secondo le prime stime ufficiali diffuse dall’Istituto britannico di statistica ufficiale (Ons) nel periodo compreso tra il giugno 2016 e il giugno 2017 le immigrazioni nel Regno Unito sono diminuite di 80mila unità (-12%), e tale contrazione ha riguardato sia cittadini di provenienza Ue sia di provenienza extra Ue. Ciò potrebbe aver favorito in Europa altri Top Destination Country, tra cui rientra anche l’Italia, per due sostanziali ragioni: aumenta l’appeal dell’Italia come meta dei migranti internazionali, frena l’uscita dei residenti dall’Italia verso il Regno Unito che, peraltro, ha rappresentato negli ultimi anni la meta di destinazione preferita assieme alla Germania.
Popolazione sempre più vecchia, l’età media supera i 45 anni
Guardando più da vicino la popolazione italiana, emerge che quelli di cittadinanza italiana scendono a 55 milioni, mentre gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2018 salgono a 5 milioni, rappresentando l’8,4% della popolazione residente totale. Altro aspetto fondamentale riguarda invece l’età media, che continua a salire superando i 45 anni. Al 1° gennaio 2018, il 22,6% della popolazione ha età compiuta superiore o uguale ai 65 anni, il 64,1% ha età compresa tra 15 e 64 anni mentre solo il 13,4% ha meno di 15 anni.