Finanza Notizie Italia Italiani dediti al risparmio: più cash in portafoglio come terapia contro l’incertezza

Italiani dediti al risparmio: più cash in portafoglio come terapia contro l’incertezza

19 Giugno 2019 17:11

Per tutelarsi da un futuro quanto mai incerto è meglio risparmiare e mettere da parte i contanti. Questo il pensiero della maggior parte dei contribuenti italiani visto che ben il 64% dichiara di accantonare denaro. Il dato emerge dalla ricerca intitolata “Dal cash cautelativo alla protezione”, realizzata dal Censis per il Forum ANIA-Consumatori, fondazione costituita dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).

Italiani formichine ma non tutti riescono a risparmiare

La fotografia che esce fuori dalla ricerca è chiara: gli italiani temono il futuro e per questo il denaro cash non smette di aumentare nei portafogli delle famiglie, diventando una vera e propria terapia contro l’incertezza. Se il 64,1% degli italiani accantona soldi, il 66,1% di questi lo fa per fronteggiare spese impreviste e il 52,3% per sentirsi le spalle coperte. Ma non tutti gli italiani risparmiano. C’è una buona fetta di popolazione che mettere da parte i soldi proprio non ci riesce (35,9%). Il 25,2% degli italiani intervistati poi riesce a risparmiare fino al 5% del proprio reddito mensile, il 23,6% tra il 6% e il 15%, il 10,5% tra il 15% e il 20%, il 4,9% oltre il 20%.

 E meno si riesce a risparmiare, più pesante saranno i costi che per forza di cose si devono fronteggiare perché non coperti dal sistema pubblico. Parliamo delle spese private per sanità e welfare, ormai un obbligo. Il 72,7% degli italiani ha dovuto ricorrere all’offerta privata per una prestazione di welfare almeno in una occasione nel corso dell’anno, anche se sulla carta il servizio era disponibile nel sistema pubblico, a titolo gratuito o a costo contenuto (il dato sale al 75,9% nel Sud). Intanto cresce anche se molto lentamente il welfare integrativo. La ricerca mette in luce come i risparmiatori investono poco in tali strumenti soprattutto perché alla base c’è ancora una scarsa conoscenza. Solo il 20% degli italiani conosce bene gli strumenti della sanità integrativa, il 23,3% quelli della previdenza complementare e il 15,6% quelli di tutela dalla non autosufficienza.