Notiziario Notizie Italia Italiani i più sfiduciati d’Europa ma fanno lo stesso progetti per il futuro contando su risparmio e polizze

Italiani i più sfiduciati d’Europa ma fanno lo stesso progetti per il futuro contando su risparmio e polizze

24 Ottobre 2019 17:21

Mentre olandesi, danesi e tedeschi sono particolarmente ottimisti, nel 2019 gli italiani vanno nella strada contraria e si scoprono non particolarmente soddisfatti e sfiduciati. Ma il desiderio di fare progetti per il futuro, dalla vacanza a ristrutturare casa o aprire una nuova attività non mancano. Puntando soprattutto sul risparmio e sulle polizze assicurative. Questo quanto emerge da una ricerca internazionale condotta da BNP Paribas Cardif in collaborazione con Ipsos.

Italiani sfiduciati ma con tanti progetti per il futuro

Gli italiani, dice la ricerca, sono sfiduciati, insoddisfatti per la propria condizione economica e familiare. Solo il 26% crede che il proprio potere d’acquisto sia accettabile, e meno di un italiano sui tre è soddisfatto della crescita economica (28%). Ma se c’è sfiducia c’è anche voglia di rivalsa. I progetti per il futuro non mancano nelle idee e nei pensieri dei nostri connazionali che entro il 2025 vorrebbero, ad esempio, viaggiare alla scoperta del mondo (l’82%), acquistare un’auto e avere una casa accogliente, dedicandosi al fai-da-te (il 75%) o facendo eseguire dei lavori (il 71%). Forte, molto più che altrove, anche la volontà di avviare una nuova attività imprenditoriale (41%).

 

 

L’interrogativo che si pone però è come realizzare questi progetti.  C’è chi crede di avere abbastanza soldi per finanziare i propri sogni nel giro di qualche anno (56%), mentre il 52% vuole farlo iniziando a risparmiare. Poi c’è una percentuale che considera accendere una polizza assicurativa un passo fondamentale per il 22% degli italiani, molto più che accedere ad un prestito bancario (14%), ricevere un’eredità/donazione (20%) o ricevere aiuto economico da amici e parenti (20%).

Cosa temono di più gli italiani e come si proteggono

La ricerca mette in luce anche quali siano le paure più grandi degli italiani. Per il 10% perdere la propria indipendenza, seguito da chi teme una malattia grave (69%)e chi una malattia cronica (67%). Grande la paura di subire perdite finanziarie o una forte riduzione delle entrate (72%), seguita dalla perdita del lavoro (60%). A far paura agli italiani sono poi i disastri naturali, temuti dal 50%.

Da queste paure, più o meno grandi, nasce l’esigenza di proteggersi visto che solo il 5% si definisce ben protetto. Il 30% delle famiglie ha almeno un’assicurazione sulla vita attiva e il 15% ha una polizza per proteggersi in caso di disabilità. I motivi? Tra i più gettonati spiccano i prezzi delle polizze, giudicati troppo alti (46%), seguiti dalla reputazione negativa delle compagnie assicurative (26%). Ma quando si tratta di accendere una nuova polizza gli italiani fanno affidamento proprio sulle compagnie assicurative, al primo posto per fiducia con il 61%, rispetto a banche (28%), a broker e agenti indipendenti (27%). È il consulente assicurativo (51%), invece, la fonte di informazioni primaria per gli italiani, che preferiscono il contatto umano piuttosto che affidarsi ai siti di confronto delle polizze (35%) e all’opinione di famigliari, amici e colleghi (26%).

Più della metà degli italiani (55%) vorrebbe assicurarsi nei prossimi anni contro i rischi maggiormente percepiti. Per proteggersi da malattie gravi, innanzitutto, opzione indicata dal 33% degli intervistati, seguita da disabilità totale permanente (30%), da perdite finanziarie/riduzione delle entrate (29%) e dalla perdita del lavoro (29%). In generale, gli italiani ritengono essenziali le polizze che permettono di prendersi cura dei propri cari. Ad esempio, circa un italiano su due giudica fondamentale un’assicurazione che includa pagamenti mensili nell’evenienza di dover lasciare il lavoro per potersi dedicare ad un parente malato (47%) o per prendersi cura dei parenti anziani (45%)

La polizza ideale? Flessibile, rimborsabile quando non utilizzata (35%), personalizzabile (29%) e attivabile all’occorrenza (25%); semplice, con un linguaggio chiaro e comprensibile (33%); accessibile, aperta a tutti (29%).

 “L’Italia viene da un periodo di crisi economica e sociale che ha messo a dura prova le aspettative per il futuro e gli italiani sono, infatti, tra gli europei che si sentono più sfiduciati e meno ben protetti pur non esprimendo un desiderio particolarmente forte di una migliore protezione. Eppure non si danno per vinti e continuano a coltivare passioni, sogni e progetti che noi abbiamo l’obbligo di proteggere nel migliore dei modi.” – ha dichiarato Isabella Fumagalli, Head of Territory for Insurance in Italy di BNP Paribas Cardif. “Come settore siamo, quindi, chiamati a promuovere innanzitutto una trasformazione culturale che sensibilizzi le persone sui rischi e sulla prevenzione e, contestualmente, dobbiamo costruire prodotti accessibili, sostenibili, modulari e personalizzati. In BNP Paribas Cardif abbiamo raccolto la sfida lavorando quotidianamente su tre fronti principali: ingaggiare le nostre persone, la risorsa più grande che abbiamo, per valorizzarne il talento e mettere la loro creatività al servizio dell’innovazione; migliorare la gestione e la qualità dei dati, che come abbiamo visto, le persone sono pronte a condividere con noi, per definire modelli predittivi e per profilare meglio i rischi di ogni singolo cliente, restituendo così un valore reale; stimolare la costituzione di ecosistemi che possano favorire la contaminazione tra settori, aziende e realtà diverse, come abbiamo già fatto nella salute.”