La battaglia dell’Italia contro nuove disposizioni BCE su NPL. Da Tajani altolà a Draghi
Si fa sempre più infuocata la battaglia italiana contro l’addendum che la Bce di Mario Draghi ha inserito nelle linee guida per la gestione degli NPL, all’inizio del mese. L’addendum, che dovrà essere sottoposto a consultazione, implica maggiori accantonamenti e dunque ulteriori sforzi per le banche, appena reduci da notevoli operazioni di pulizia di bilancio e cessione di crediti deteriorati.
Dopo le critiche di Antonio Patuelli, numero uno dell’Abi, di Confindustria e, secondo alcune fonti anche di Bankitalia, Antonio Tajani, numero uno dell’Europarlamento, scrive una lettera, rivolgendosi direttamente a Mario Draghi, in cui chiede, sui non performing loan, “più rispetto per l’Europarlamento”.
Tajani sottolinea che, con le nuove disposizioni, le entità soggette alla vigilanza della Bce dovrebbero “prevedere accantonamenti aggiuntivi e/o adeguare il patrimonio di qualità primaria (Common Equity Tier 1) a livelli che vanno oltre il quadro normativo esistente”.
Di conseguenza: “senza esprimere giudizi sul merito e/o logica di fondo di questa iniziativa, sono ciondimeno profondamente preoccupato per il modo in cui viene intrapresa”.
Nel chiedere maggior rispetto al Parlamento europeo, Tajani protesta contro le proposte avanzate dal membro della Bce Nouy e relative agli NPL in quanto non sono state discusse in via preventiva con gli eurodeputati, laddove parla di mancato “appropriato coinvolgimento dei colegislatori nel processo decisionale”.
Nella battaglia contro l’addendum della Bce, pur se con toni impeccabilmente british, si è inserito anche il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ha affermato che la comunicazione della Bce sulla gestione dei crediti deteriorati desta “perplessità sui modi e sui contenuti”.
Nell’addendum, la Bce ha rilevato, facendo riferimento in generale agli istituti europei, che “molte banche hanno già fatto progressi notevoli e presentato strategie credibili su come ridurre lo stock. Tuttavia alcune banche devono migliorare ancora”.
In che modo?
Le nuove istruzioni implicano la copertura totale degli NPL e dunque l’aumento degli accantonamenti sugli stessi al 100%, che deve avvenire entro due anni per i crediti deteriorati non garantiti ed entro sette anni per quelli garantiti.
il numero uno dell’Abi Antonio Patuelli non ha nascosto la propria irritazione:
“Se non corrette” , ha avvertito, le ultime disposizioni della Bce sulla gestione delle sofferenze rischiano di avere “forti effetti negativi” soprattutto sulle Pmi.
Patuelli ha definito tali istruzioni più una “rivoluzione che un addendum”. Patuelli è tornato sulla questione anche oggi, parlando di doccia fredda da parte della Bce.