La cattiva burocrazia costa il 3% del PIL
Il funzionamento della Pubblica Amministrazione (PA) non soddisfa gli italiani e la cattiva burocrazia costa ogni anno 57 miliardi di euro per le PMI. Lo afferma l’Ufficio studi della CGIA sottolineando come la burocrazia agisca da freno all’economia. “Secondo uno studio presentato qualche mese fa – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – il costo annuo sostenuto dalle aziende per la gestione dei rapporti con la PA ammonta a 57 miliardi di euro. Pari a 3 punti di Pil, questa spesa costituisce un freno allo sviluppo, agli investimenti e all’occupazione, penalizzando soprattutto le Pmi”.
Doppia beffa per le imprese
“La nostra PA – sostiene il segretario della CGIA Renato Mason – non solo paga con un ritardo del tutto ingiustificato, ma quando lo fa non versa più l’Iva al proprio fornitore. Pertanto, le imprese che lavorano per lo Stato, oltre a subire tempi di pagamento spesso irragionevoli, scontano anche il mancato incasso dell’Iva che, pur rappresentando una partita di giro, consentiva alle imprese di avere maggiore liquidità per fronteggiare i pagamenti correnti. Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese avvenuto in questi ultimi anni, ha peggiorato la tenuta finanziaria di moltissime Pmi”.
L’Ufficio studi della CGIA precisa che sarebbe sbagliato non riconoscere anche i livelli di eccellenza che caratterizzano molti settori del nostro pubblico impiego, come, ad esempio, il servizio sanitario presente in molte regioni centro-settentrionali, il livello di insegnamento e di professionalità riscontrabile in molte scuole superiori/ Università/enti di ricerca e la qualità del lavoro effettuato dalle forze dell’ordine. Tuttavia, rimane un fatto; mediamente la nostra PA presenta livelli di efficienza abbondantemente insufficienti, soprattutto nel Mezzogiorno.
Il grado di fiducia e di soddisfazione della nostra Pubblica Amministrazione (PA) è tra i più bassi d’ Europa. I risultati, elaborati dall’Ufficio studi CGIA sulla recente indagine campionaria condotta dall’Ocse, ribadiscono l’inadeguatezza, secondo gli italiani, di servizi pubblici essenziali indispensabili per il buon funzionamento del Paese: come la giustizia, la sanità, la scuola e la sicurezza.