La produzione industriale torna a salire, ora a preoccupare è il rallentamento export
La produzione industriale in Italia torna a crescere a maggio dopo la battuta d’arresto di aprile. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, si è evidenziato un aumento dello 0,7% rispetto al mese prima e del 2,1% su base annua. Tutti i settori hanno registrato un risultato positivo, in particolare i beni strumentali che continuano a trainare la ripresa. Apparecchiature elettriche, prodotti farmaceutici e macchinari hanno confermato la sostenuta espansione registrata da inizio anno.
I dati, seppur in miglioramento, non centrano le attese degli analisti che si aspettavano un aumento più vigoroso, dello 0,9 e del 2,7 per cento rispettivamente su base mensile e annua. Non solo. Confindustria ha anticipato nei giorni scorsi un andamento debole della produzione industriale nei prossimi mesi, specie per il rallentamento della domanda estera: “Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero hanno continuato a diminuire in maggio e giugno e segnalano il persistere di una sostanziale debolezza dell’attività anche nei prossimi mesi, soprattutto a causa del peggioramento della domanda estera”, sostengono dall’ufficio studi di Confindustria.
I giudizi e le attese degli imprenditori (secondo l’indagine Istat) sono, infatti, risultati meno positivi per i timori legati alle prospettive di crescita dell’export italiano, compromesse dalle aggressive politiche commerciali americane e dal rallentamento della domanda dei principali partner europei. L’indebolimento della domanda estera è confermato anche dall’indagine trimestrale condotta presso le imprese esportatrici, tra le quali sono peggiorati i giudizi sul fatturato esportato nel secondo trimestre e sono divenute più negative le attese sulla dinamica della domanda estera nei mesi estivi. E’, inoltre, aumentata la quota di imprese che lamenta la presenza di significativi ostacoli all’attività di esportazione.
Tornando alla produzione industriale, il continuo sali e scendi del dato suggerisce la mancanza di un deciso percorso di crescita. Nonostante la produzione complessiva salga, poi, per i beni durevoli si riscontra un andamento negativo: -1,2% su base mensile, -2,4% su base annua. “Un indice delle difficoltà in cui versano ancora le famiglie, che rinviano gli acquisti dei beni più costosi” , sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Se poi si confrontano i dati di oggi con quelli del maggio 2008, la produzione industriale è ancora inferiore del 16,9% e i beni di consumo durevoli hanno un gap rispetto ai valori pre-crisi del 30,9 per cento. Va molto meglio per i beni di consumo non durevoli, anche se permane una distanza del 2,7 per cento.