Lavoro, come cambierà dopo la pandemia? I trend e le competenze del futuro
Tecnologie digitali, lavoro a distanza, gestione del tempo e stipendi per obiettivi. Sono alcuni trend che caratterizzeranno nel lungo termine il mondo del lavoro ma che l’emergenza Covid ha accelerato e amplificato rendendoli più attuali che mai. La situazione di emergenza è però eccezionale e le restrizioni al movimento e all’interazione sociale saranno gradualmente eliminate una volta che un vaccino sarà disponibile. Cosa resterà allora di questi cambiamenti? Improbabile che si torni alla situazione pre-Covid, secondo lo studio “The voice of the European workforce 2020” di Deloitte, che ha raccolto le opinioni di oltre 10.000 lavoratori in sette paesi europei.
Cosa resterà di questa pandemia
La disponibilità di un vaccino anti-Covid potrebbe richiedere molto tempo e non vi è alcuna garanzia che le vite lavorative torneranno come erano prima della pandemia. La maggior parte degli intervistati in Europa (66%) si aspetta che alcuni aspetti della propria vita saranno permanentemente diversi. In particolare, il lavoro a distanza sembra essere già un elemento che permarrà nel futuro. La maggior parte degli intervistati si aspetta di avere maggiore flessibilità nel decidere quando e come lavorare nel mondo post-Covid. Due dipendenti su tre, sia in Europa che nel in Italia, si aspettano di lavorare da remoto più spesso del solito nella nuova normalità. Imparare a gestire una forza lavoro più autonoma e meno centrata sul posto di lavoro è una nuova grande sfida per le aziende. Comporterà anche l’abbandono dei vecchi schemi di remunerazione e valutazione, finora fortemente basati sulla presenza e sulle ore lavorate. Il mancato adeguamento della performance evaluation alla maggiore autonomia ottenuta dai lavoratori limiterebbe molto l’impatto positivo che possono avere accordi di lavoro più flessibili. Infatti, la paura di dover lavorare più ore per la stessa retribuzione è una delle preoccupazioni principali per il post-Covid che emerge (32% in Europa vs 31% in Italia), seconda solo all’aumento della precarietà del lavoro (36% in Europa vs 32% in Italia).
Nuove competenze per aumentare la resilienza
L’ambiente di lavoro post-Covid richiederà nuove competenze da parte della forza lavoro e i lavoratori sembrano esserne consapevoli. In particolare, il 66% degli intervistati italiani (60% in Europa) indica la capacità di adattarsi come una delle prime tre capacità che saranno più rilevanti nel mondo post-Covid. Un altro elemento che secondo gli italiani diventerà sempre più rilevante nel new normal sarà la capacità di lavorare in team (41% vs 43% in Europa), seguito dall’abilità di sviluppare un pensiero creativo e fuori dagli schemi del lavoro tradizionale (41% vs 25% in Europa). Infine, con l’aumento della flessibilità e dell’autonomia, è inevitabile che un efficace time management , ovvero gestione del tempo, sarà sempre più importante (37% vs 41% in Europa).
“In un ambiente di lavoro in rapida evoluzione, la maggior parte dei lavoratori è riuscita ad adattarsi molto bene, nonostante la situazione critica. Le aziende dovrebbero capitalizzare su questo atteggiamento positivo e raddoppiare gli impegni per costruire una forza lavoro più resiliente – conclude Drew Keith, Human Capital Leader Deloitte – Ciò richiede di andare oltre la formazione dei lavoratori unicamente nell’ambito delle competenze tecniche. Bisognerebbe infatti concentrarsi anche sulla creazione di una cultura e di una mentalità organizzativa che possano favorire la capacità di apprendere, applicare e adattare nuove competenze”.