Lavoro: come cambierà nella Fase 2 per negozi, ristoranti, parrucchieri ed estetiste
Camerieri, commessi, operatori sanitari e infermieri, parrucchieri ed estetiste. Sono tante le professioni che, mano a mano che il lockdown inizierà ad alleggerirsi, dovranno cambiare il proprio stile di lavoro. Non solo mascherine e guanti, obbligatori per tutti, ma anche dispositivi specifici di protezione. E non solo. Le tante professioni “di prossimità”, a diretto contatto con il pubblico, dovranno aggiungere un’attenzione continua all’igiene, personale e dell’ambiente di lavoro, e una riorganizzazione dell’attività funzionale a garantire la sicurezza dei clienti, tramite contingentamento degli accessi ai locali, turnazioni e nuova gestione degli spazi. Sono oltre 6 milioni i lavoratori che, secondo l’analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, svolgono un lavoro non solo a diretto contatto con il pubblico, ma che potrebbe essere definito “di prossimità” in quanto implica una vicinanza fisica, che si traduce in alcuni casi in vero e proprio contatto.
In negozio l’ingresso sarà limitato
Il primo grande gruppo è rappresentato da negozianti e addetti alle vendite, molti dei quali non si troveranno impreparati all’apertura avendo già avuto modo di adattarsi nella fase del lockdown alle nuove regole, che tuttavia potrebbero diventare più stringenti: protezioni individuali e contingentamento degli accessi diventeranno la regola. Per molti è ipotizzabile un organizzazione del lavoro che veda ampliare gli orari di apertura dei negozi, per consentire la gestione dei flussi. Inevitabile sarà, soprattutto per alcuni segmenti, un investimento nelle strategie commerciali: più vendita online, consegne a domicilio, ma anche campagne promozionali ad hoc, per smaltire magari gli acquisti effettuati per la stagione primaverile prima che termini.
Al ristorante? Doppio turno per compensare meno tavoli
Tra le professioni in causa vi sono poi gli esercenti e gli addetti alle attività di ristorazione, per i quali il rientro implicherà, oltre all’adozione delle misure di protezione individuale, una vera e propria riorganizzazione della modalità di lavoro. A partire dagli spazi, che dovranno inevitabilmente essere riprogettati per garantire adeguata distanza (tra tavoli e persone), fino ai tempi di lavoro, laddove sarà ipotizzabile una estensione del modello del doppio turno (sia a cena che a pranzo) già diffuso tra i locali di maggiore successo. La riapertura, in alcuni casi, sarà accompagnata da inevitabili esuberi di organico, non solo per effetto del blocco delle attività a partire da marzo, ma anche per la contrazione del giro d’affari che caratterizzerà i prossimi mesi. Ma l’animo imprenditoriale che ha già portato tanti ristoratori a riorganizzare con il delivery la propria attività, potrebbe trarre in realtà dall’attuale crisi anche occasione per riorganizzazione e crescita dell’attività, con lo sviluppo di un servizio a domicilio o da asporto, già largamente sperimentato in fase di lockdown.
Dal medico o per esami specialistici attraverso spazi e percorsi dedicati
Anche le professioni sanitarie dovranno largamente rivedere, come già stanno facendo quelle in prima linea nella lotta al virus, procedure e tecniche di lavoro, per garantire quanto più possibile la sicurezza propria e dei pazienti. Oltre alla fornitura dei necessari dispositivi di sicurezza e ad un’attenzione maggiore all’igiene di ambienti e strumenti di lavoro, centrale sarà la revisione dell’organizzazione e soprattutto della gestione dell’utenza, al fine di garantire, anche attraverso una più funzionale organizzazione degli spazi e dei percorsi, la sicurezza sanitaria.
Estetisti e parrucchieri, mai più senza appuntamento
Ci sono poi le professioni a maggiore contatto fisico con il cliente, come parrucchieri e barbieri, estetisti, massaggiatori, logopedisti, etc. Anche per loro la ripresa significherà una riorganizzazione a tutto tondo delle attività. A partire dal mestiere vero e proprio (si pensi alla dimensione della manualità, elemento distintivo di questi lavori, vincolato dall’obbligo dei guanti) all’organizzazione degli spazi, al contingentamento delle entrate, a una maggiore attenzione per l’igiene e cura dei locali e degli strumenti di lavoro. È ipotizzabile anche in questo caso un prolungamento degli orari di lavoro per garantire l’adeguato contingentamento dei flussi di clientela. Obbligatoria sarà ovviamente la prenotazione degli appuntamenti.
Servizio pulizie in casa il primo a riprendere
C’è infine il segmento rappresentato dai servizi di pulizia a domicilio. Lavori per lo più sospesi nel corso della crisi, che saranno probabilmente tra primi a riprendere. In questo caso è facile pensare che, a parte la temporanea sospensione dell’attività, poco cambi all’interno delle mura domestiche, salvo il rispetto di quelle norme minime di sicurezza che ormai contraddistinguono ogni rapporto sociale, anche in famiglia.