Finanza Notizie Italia Lavoro giovani: le imprese non trovano tecnici specializzati, 400mila posizioni rimarranno scoperte

Lavoro giovani: le imprese non trovano tecnici specializzati, 400mila posizioni rimarranno scoperte

19 Luglio 2021 09:40

Sono 543mila i giovani che l’anno scorso hanno abbandonato la scuola prematuramente. Ragazzi che nella stragrande maggioranza dei casi hanno deciso di lasciare definitivamente il percorso di studi dopo aver conseguito solo la licenza media. Una piaga sociale che non può essere associata al Covid: da molti decenni, infatti, l’Italia è tra i paesi europei con il più alto tasso di dispersione scolastica tra i giovani. Un problema che, sta contribuendo a mettere in difficoltà tantissime aziende che non riesco a torvare tecnici specializzati, nonostante la disoccupazione giovanile. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

 

Le Pmi non trovano tecnici specializzati
Nonostante le crisi aziendali di Gnk, Whirpool, ex Embraco e altre che potrebbero “scoppiare” a breve, con i primi segnali di ripresa economica avvertiti in questi ultimi mesi, molte Pmi, in particolar modo del Nord, sono tornate a denunciare la difficoltà di reperire figure professionali con elevati livelli di specializzazione. Una problematica ascrivibile alla difficoltà di far incrociare la domanda con l’offerta di lavoro. E di fronte alla cosiddetta “rivoluzione digitale”, queste criticità rischiano di assumere dimensioni ancor più preoccupanti. Segnaliamo, infatti, che anche gli ultimi dati presentati dall’Unioncamere, evidenziano che del milione e 280mila nuove assunzioni previste dalle imprese italiane tra luglio e settembre di quest’anno, quasi il 31% sarà difficilmente reperibile. In termini assoluti stiamo parlando di circa 400mila posizioni lavorative inevase.

 

L’abbandono scolastico è 8 volte superiore al numero dei “cervelli in fuga”
La dispersione scolastica in Italia è otto volte superiore ai cosiddetti “cervelli in fuga”. Nel 2020, infatti, sono stati 543mila gli studenti che hanno abbandonato prematuramente la scuola. Un numero molto elevato se confrontato con i 68mila giovani con un titolo di studio medio-alto che, invece, si sono trasferiti all’estero per ragioni di lavoro. Due problematiche estremamente delicate che, purtroppo, continuano ad avere livelli di attenzione molto diversi da parte dell’opinione pubblica. Se l’abbandono scolastico non è ancora avvertito come una piaga educativa con un costo sociale importante, la “fuga” all’estero di tanti giovani diplomati o laureati lo è, sebbene il numero della prima criticità sia molto superiore a quello della seconda.

 

In Ue solo Malta e Spagna peggio di noi
Ancorchè la “fuga” dai banchi di scuola sia in calo in tutta Europa, nel 2020 l’Italia si è collocata al terzo posto tra i 19 paesi dell’area euro per abbandono scolastico tra i giovani in età compresa tra 18 e 24 anni. Se da noi la percentuale è stata del 13,1% (pari a 543mila giovani), solo Malta (16,7%) e Spagna (16%) presentano dei risultati peggiori ai nostri. La media dell’area euro si attesta al 10,2% (quasi 3 punti in meno che da noi).

 

Al Sud la situazione più difficile
A livello territoriale sono le regioni del Sud a registrare i livelli più elevati di dispersione scolastica. Nel 2020, ad esempio, in Sicilia il 19,4% dei giovani ha lasciato la scuola prima del conseguimento del titolo di studio di secondo grado (diploma professionale, diploma di maturità, etc.). Seguono la Campania con il 17,3% e la Calabria con il 16,6 per cento. Preoccupa la situazione di quest’ultima regione che rispetto a tutte le altre è l’unica in controtendenza rispetto al dato relativo al 2010: l’abbandono scolastico in questi ultimi 10 anni, infatti, è aumentato di 0,6 punti percentuali.