Lavoro: Istat, dati altalenanti a fine 2019 dopo positivi record di novembre. Aumentano i precari
Dopo le positive indicazioni di novembre, quando gli occupati avevano sfiorato la vetta di quasi 23,5 milioni, a fine anno il mercato del lavoro torna a ‘regalare’ indicazioni altalenanti. A scattare la consueta fotografia mensile è l’Istat che ha fornito i dati provvisori di dicembre, con un’occupazione che mostra una flessione rispetto al mese precedente, mentre l’inattività cresce e il numero di disoccupati aumenta lievemente a fronte di un tasso di disoccupazione che rimane stabile. In particolare, gli occupati sono diminuiti di 75 mila unità (-0,3%) e il tasso di occupazione è sceso al 59,2% (-0,1 punti percentuali).
Più precari a fine anno
L’Istat sottolinea che “la flessione dell’occupazione interessa uomini e donne, gli individui tra 25 e 49 anni (-79 mila), i lavoratori dipendenti permanenti (-75 mila) e gli indipendenti (-16 mila). Gli occupati sono aumentati tra i 15-24enni (+6 mila) e tra i dipendenti a termine (+17 mila), rimanendo sostanzialmente stabili tra gli ultracinquantenni”. È salito il numero di dipendenti a termine che a dicembre hanno mostrato una crescita di 17 mila unità su novembre, toccando quota 3 milioni 123 mila (nuovo massimo storico). Giù i cosiddetti indipendenti (-16 mila), ovvero imprenditori, liberi professionisti e lavoratori autonomi, a quota 5 milioni e 255 mila.
La lieve crescita delle persone in cerca di lavoro si è registrata tra gli uomini (+2,2%, pari a +28 mila unità) e tra gli under50, a fronte di una diminuzione tra le donne (-2,2%, pari a -27 mila unità) e gli ultracinquantenni.
La disoccupazione (anche quella giovanile) resta inchiodata ai valori di novembre
quanto al tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 9,8% come quello relativo la disoccupazione giovanile che si è attestato al 28,9%. La crescita degli inattivi ha riguardato sia gli uomini sia le donne e tutte le fasce d’età a esclusione dei giovanissimi tra i 15 e i 24 anni, con il tasso di inattività che è salito al 34,2% (+0,1 punti percentuali).
“Nel secondo semestre del 2019, l’andamento dell’occupazione si conferma altalenante: dopo due mesi di crescita, infatti, il mese di dicembre registra un calo sia del numero di occupati sia del tasso di occupazione”, commenta l’Istat segnalando che “la contrazione riguarda soprattutto gli uomini e le classi d’età centrali, così come i dipendenti che tornano a diminuire dopo quattro mesi di espansione; i lavoratori autonomi raggiungono il livello minimo storico dal 1977”. In lieve crescita il numero di disoccupati e l’inattività, che a novembre aveva raggiunto il minimo storico.
UNC: dati altalenanti, record di novembre un fuoco di paglia
“Dopo il record storico di novembre, quando gli occupati avevano raggiunto la vetta di 23 milioni e 451 mila, ora si registra un calo di ben 75 mila unità, il peggior risultato da aprile 2019. Questo continuo sali e scendi, questi dati altalenanti, dimostrano che l’andamento dell’occupazione non dipende da un reale aumento della domanda di beni e servizi, ma dalle fluttuazioni legate al mercato e alle riforme del lavoro”, dichiara Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Basti pensare che per rientrare nella voce occupati, è sufficiente che una persona in un’intera settimana abbia svolto anche solo un’ora di lavoro remunerata. Ovvio, quindi, che si registrino continuamente rialzi e ribassi occasionali, provvisori, temporanei. Insomma, il record di novembre si è rivelato un fuoco di paglia”, conclude Dona.