Lavoro: occupazione record e crescono anche i posti stabili, disoccupazione ai minimi dal 2012
Segnali di forza dal mercato del lavoro. A maggio la stima degli occupati registra un sensibile aumento (+0,5% rispetto ad aprile, pari a +114 mila). Il tasso di occupazione sale al 58,8% (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). Dati che, insieme al calo delle persone in cerca di lavoro, hanno favorito il calo del tasso di disoccupazione all’10,7%, giù di 0,3 punti percentuali su base mensile; la disoccupazione giovanile riprende a scendere con decisione al 31,9% (-1,0 punti percentuali).
Dopo i livelli massimi toccati a fine 2014 la disoccupazione è tornata ai livelli di metà del 2012. Continua anche il calo dell’inattività, che si mantiene sul minimo storico.
Occupati permanenti e a termine salgono di pari passo
A maggio si registra una intensa crescita dell’occupazione dipendente “verificata sia per i lavoratori permanenti sia per quelli con contratto a termine”, sottolinea l’Istat. Nei dodici mesi la crescita dell’occupazione appare consistente e si concentra tra i lavori a termine e, con riferimento all’età, tra i 15-34enni e soprattutto tra gli ultracinquantenni.
La crescita congiunturale dell’occupazione a maggio coinvolge uomini (+80 mila) e donne (+35 mila) e riguarda i 25-34enni (+31 mila) e, soprattutto, gli ultracinquantenni (+98 mila). Crescono nell’ultimo mese sia i dipendenti permanenti (+70 mila) sia quelli a termine (+62 mila), mentre, dopo l’aumento dei due mesi precedenti, registrano una lieve flessione gli indipendenti (-18 mila).
La stima delle persone in cerca di occupazione a maggio registra un forte calo (-2,9%, pari a -84 mila). La diminuzione della disoccupazione riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione si attesta all’10,7%, in calo di 0,3 punti percentuali su base mensile, mentre quello giovanile cala al 31,9% (-1,0 punti percentuali).
A maggio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 è ancora leggermente in calo (-0,1%, -13 mila). La flessione riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Il tasso di inattività rimane stabile al 34%.