Legge di bilancio: si valuta rinvio taglio Irpef. Su flat tax tre aliquote con miniflat tax 5%
Pochi interventi, ma incisivi: sarebbe questo il modus operandi a cui il governo M5S-Lega avrebbe intenzione di attenersi, nello stilare la prossima legge di bilancio. Stando a quanto riporta l’Ansa sulla base di alcune fonti vicine al dossier, il valore della manovra dovrebbe essere compreso tra 28 e 30 miliardi.
E con la regia del ministro dell’economia Giovanni Tria, si apprende dalle indiscrezioni, l’esecutivo potrebbe decidere di rimandare all’anno successivo il taglio dell’Irpef. La priorità verrebbe data, nel 2019, alle imprese, mentre un assist a favore delle famiglie dovrebbe rafforzarsi soprattutto nel 2020.
I due interventi chiave della manovra economica, si apprende dalle indiscrezioni dell’Ansa, sarebbero la flat tax per i piccoli e la ‘super-Ires’, ridotta al 15% per gli utili reinvestiti in azienda.
“Dei circa 28-30 miliardi della manovra, 12,4 sarebbero necessari per sminare le clausole sull’Iva e altri 16 miliardi (non i 10 circolati nelle scorse settimane) per l’attuazione delle misure chiave per i due partiti di maggioranza. Con la sua dote da 8 miliardi la Lega punterebbe a finanziare il pacchetto fisco (senza Irpef) e le pensioni, il M5S l’avvio del reddito di cittadinanza, compresa la pensione di cittadinanza”.
Intanto, nelle ultime ore è arrivata la dichiarazione del sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci che, parlando delle proposte emerse dal tavolo economico della Lega, ha illustrato la forma che dovrebbe prendere la flat tax:
“Saranno tre aliquote”, dice in un’intervista all’agenzia di stampa AdnKronos Bitonci: “Saranno due regimi”, anche se, ha continuato, la Lega pensa a una miniflat tax del 5%, per tre-cinque anni, e per le startup di giovani under 35 con ricavi fino a 65mila euro.
Di flat tax ha parlato anche il vicepremier Luigi Di Maio, intervistato dal quotidiano spagnolo El Mundo:
“La situazione italiana sulla tassazione è talmente complicata che già una parziale semplificazione ridurrebbe tempi e quindi costi per i cittadini. La flat tax non sarà così rigida, non ci sarà una sola aliquota ma almeno tre. Inoltre, chi prima pagava meno rispetto al nuovo sistema di tassazione continuerà a farlo. Ma – specialmente per i piccoli e medi imprenditori – non possiamo più pensare che lo Stato, su 12 mesi di lavoro, se ne prenda 6 o addirittura 7 in tasse”.
Bitonci ha dato una buona notizia anche ai risparmiatori azzerati dai problemi delle varie banche italiane:
“Per i risparmiatori vittime delle crisi bancarie vogliamo stanziare una somma non inferiore a 5 volte quella che ha messo il Pd. Loro hanno messo 100 milioni, noi vogliamo metterci mezzo miliardo con soluzioni che accelerino il pagamento ai soggetti truffati”.
Ancora, il sottosegretario ha parlato della possibilità che la manovra venga accompagnata da un decreto fisco collegato, con un dl che comprenderebbe la pace fiscale “con un tetto di 1 milione a contribuente” e la nuova voluntary disclosure. Riferimento infine a “una sorta di transazione fiscale” che preveda la completa attuazione del concordato con adesione e che tenga conto della situazione patrimoniale e reddituale del contribuente.
Riguardo ad altre misure, AdnKronos riporta che il governo pensa di tagliare “le 799 agevolazioni-detrazioni fiscali, pari nel 2016 a 313 mld di euro (l’8% del pil, scrive AdnKronos, percentuale che fa schizzare l’Italia in cima alla classifica Ue per ‘sconti’ in relazione al prodotto interno lordo, e al secondo posto nel mondo). Si tratta tuttavia di un capitolo altamente impopolare al quale mettere mano, nel taglio delle tax expenditures si sono già cimentati senza successo diversi governi del passato”.
Sul capitolo pensioni, lo smantellamento graduale della riforma Fronero avverrebbe attraverso la riduzione dell’età di pensionamento, attraverso il lancio di quota 100: il vicepremier Salvini punta a 62 anni di età e 38 di contributi, mentre al Tesoro si lavora su 64 anni e 36 di contributi.
“La seconda misura (per le pensioni) consiste nell’allineamento graduale dell’assegno dei pensionati indigenti (in totale 4,5 milioni) a quota 780 euro mensili, valore appunto che l’Istat considera come soglia di povertà. Per avviare l’intervento si ragiona sul taglio delle pensioni d’oro, quelle superiori ai 4mila euro non giustificati dai versamenti contributivi, che porterebbero però una cifra esigua, circa qualche centinaio di milioni di euro”.
La nuova legge di Bilancio dovrebbe inoltre contenere una riedizione del piano Industria 4.0 estendendo gli incentivi all’innovazione alle pmi.
Rimane il pomo della discordia del reddito di cittadinanza tra il ministro Tria e il M5S, ovvero la realizzazione del reddito di cittadinanza, di cui neanche il leader della Lega è un grande fan.
Per dare corpo alla misura, sarebbero necessari almeno 10 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per il potenziamento dei centri per l’impiego. Negli ultimi giorni si è parlato molto del rischio di un taglio netto della misura, di una sua riduzione a quello che sarebbe solo un potenziamento del Rei: rischio che di recente è stato smentito dal viceministro all’economia Laura Castelli.
Altre risorse potrebbero essere reperite attraverso la cancellazione della Naspi, l’assegno di protezione temporanea della disoccupazione, o magari il bonus Renzi da 80 euro al mese il cui azzeramento, tuttavia – il valore che si libererebbe sarebbe di 9 miliardi di euro – potrebbe scatenare diverse polemiche.
Dal canto suo il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato che il governo Conte inizierà a “mettere i numeri nelle tabelline” nella manovra economica nel corso dei prossimi giorni, anche se non farà tutto subito, visto che “prima viene la crescita e poi i vincoli”.
Così, a Milano in occasione del Festival dell’essenziale, Salvini ha spiegato:
“Stiamo lavorando giorno e notte, la settimana prossima metteremo i numeri nelle tabelline, io e penso gli italiani abbiamo le idee ben chiare, la manovra deve far crescere questo Paese, fare andare in pensione chi ne ha diritto, aprire il mondo del lavoro a ragazzi che altrimenti scappano, ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia e rottamare le cartelle di Equitalia”.
Non si farà “tutto e subito, ciascuno di questi passaggi dovrà essere nella manovra, rispettando ovviamente quello che altri si aspettano da noi, prima viene la crescita poi vengono i vincoli” .