Legge di bilancio, Tria fissa soglia deficit-Pil. Savona avverte Ue: ‘O si cresce o si collassa, fai tu i compiti’
Italia sempre più sotto i riflettori per la legge di bilancio che sta per essere varata dall’esecutivo M5S-Lega. Oggi, come ha annunciato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ci sarà un nuovo vertice sulla manovra, alle 18.30.
Mentre si parla sempre più di alta tensione tra M5S e Lega, protagonista, oggi, è soprattutto una indiscrezione de Il Corriere della Sera, che fa tirare un ulteriore sospiro di sollievo ai mercati. Federico Fubini scrive infatti che il ministro dell’economia Giovanni Tria, pur se assediato dalle richieste che arrivano da Lega e M5S, avrebbe deciso di varare una legge di bilancio che impedirà, in ogni caso, che il rapporto deficit-Pil salga oltre la soglia dell’1,6%.
“Giovanni Tria, il ministro dell’Economia senza affiliazione di partito, è attestato su un obiettivo solo apparentemente semplice però chiaro: il deficit delle amministrazioni pubbliche per il 2019 può raddoppiare rispetto agli impegni ereditati dal suo predecessore Pier Carlo Padoan, ma non di più. Non ci sarà finanziamento delle misure promesse da Lega e Movimento 5 Stelle generando ulteriore debito. Quando nei prossimi giorni si dovranno scrivere le grandi linee di programma nella «nota di aggiornamento» al Documento di economia e finanza (Def)— da approvare entro dieci giorni — il deficit per il 2019 dovrà essere all’1,6% del prodotto lordo (Pil). Tria è convinto che questo sia l’obiettivo adatto: permetterebbe di erodere un po’ il deficit «strutturale», lo zoccolo duro della posizione di bilancio, garantirebbe un calo sostanziale del debito; ma non imporrebbe una vera stretta adesso che l’economia sta chiaramente rallentando. Anche il premier Giuseppe Conte sarebbe acquisito a questa prospettiva”.
In ogni caso, la crescita dovrebbe confermarsi la parola chiave della manovra, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio.
A tal proposito, intervistato da Libero, il ministro degli Affari europei Paolo Savona non ha dato informazioni sulla manovra ma ha anche ribadito la necessità che non solo in Italia, ma in tutta Europa, non si adottino misure troppo restrittive che finiscano per strozzare la ripresa:
“I miei colleghi di governo si sono già espressi. Io ho aggiunto la considerazione del rispetto dinamico dei parametri fiscali, sulla base degli investimenti che riusciremo a mobilitare”.
Detto questo, e questa frase è rivolta all’Europa intera, “se non si stimola la crescita reale in un mercato che spontaneamente non la produce, non c’è palliativo monetario che possa sventare il collasso”.
Dunque, Savona non ha peli sulla lingua nel rivolgersi all’Unione europea: “O si cresce o si collassa cara Ue, fai tu i compiti”.
Libero ricorda che il ministro ha di recente “inviato a Bruxelles un documento di 17 pagine con gli elementi su cui fondare la ricostruzione di una nuova architettura europea”.
“La filosofia di Savona è che l’ Europa si salva solo con la crescita economica, perciò bisogna creare le condizioni per lo sviluppo: investimenti, flessibilità, un sistema economico unitario, con l’integrazione dei sistemi fiscali dei Paesi membri. In ballo non c è solo la futura leadership dell’Europa, che si contenderanno sovranisti, popolari e liberali, con il Pse fuori dai giochi, ma c’è l’ intera sopravvivenza del sistema e della moneta unica”.
A suo avviso, “per crescere occorre avere anche una politica fiscale europea“. E, in ogni caso, “il rispetto dei parametri viene dalla crescita, ossia non una visione statica, ma dinamica del problema”.