Liberi professionisti e burocrazia: quasi la metà sconsiglierebbe di aprire Partita Iva
Vita non facile per i liberi professionisti italiani alle prese con una ingarbugliata e lenta burocrazia per avviare, gestire e far crescere la propria attività. Tanto che quasi la metà di loro dissuaderebbe chi vuole aprire una Partita Iva. Se un conoscente chiedesse loro un consiglio in merito all’avvio di un’attività in proprio in Italia, ben il 47% lo dissuaderebbe e solo il 10,5% lo esorterebbe ad aprire la Partita Iva. E’ ciò che emerge dal sondaggio realizzato da ProntoPro su un campione di 5.000 lavoratori autonomi e ditte individuali in tutta Italia.
Nessuna regione raggiunge la sufficienza
I professionisti sono stati invitati ad esprimere il proprio parere, indicando attraverso un valore da 1 a 10 il proprio grado di soddisfazione su diverse tematiche (si va dalla semplicità di apertura di nuovi business al supporto della regione nella conoscenza dei bandi europei) ed è emerso che nessuna regione italiana raggiunge la sufficienza in merito alle pratiche di amministrazione regionali e locali. La media nazionale di soddisfazione è pari solo a 3,85. I professionisti del Trentino Alto Adige sono quelli più soddisfatti: trentini e altoatesini hanno valutato la propria regione con un punteggio medio di 5,40.
Le regioni che hanno accumulato più valutazioni positive nei diversi quesiti sono state la Valle d’Aosta, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia. Quelle invece in cui i giudizi sono stati più negativi si sono rivelate: la Basilicata, il Molise , la Sicilia, la Liguria e la Calabria.
La mappa della burocrazia
Entrando nel dettaglio, si registra un generale scontento per quanto riguarda la semplicità di apertura di un nuovo business: tutti hanno espresso perplessità dato che il punteggio medio nazionale è pari a 3,49 e se i lombardi sono quelli che si sentono più a proprio agio quando pensano agli impegni da gestire in fase di apertura di una nuova attività, i molisani sono quelli che vivono questa fase peggio degli altri (votazione media 2,05).
Gli abitanti della Basilicata e del Molise sono quelli che reputano più inefficienti le infrastrutture indispensabili al proprio lavoro e insufficienti le comunicazioni relative ai bandi e alle iniziative europee che supportano i giovani, le donne e l’imprenditoria in generale. Se infatti la valutazione media nazionale per queste due tematiche è pari a 4, per i lucani e i molisani il valore scende a 2,11 e 1,75.
Tra i più soddisfatti in materia di rispetto delle norme di tutela e sicurezza sul lavoro troviamo gli emiliani (valutazione media nazionale 6,44), mentre altoatesini e trentini sono i più contenti del confronto con la pubblica amministrazione in materia di incontro con burocrazia e giustizia civile.