L’inflazione scatta a +0,9% a marzo, impennata dei prezzi alimentari
Inversione di tendenza per l’inflazione in Italia. A marzo si registra, secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, una netta accelerazione dopo il trend ribassista dei mesi precedenti. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e dello 0,9% su base annua, in accelerazione dal +0,5% di febbraio. Entrambi i dati sono oltre le attese di consensus che erano +0,1% m/m e +0,7% a/a.
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi sia quella al netto dei soli Beni energetici salgono rispetto al mese precedente e si attestano rispettivamente a +0,9% (da +0,6%) e a +0,7% (da +0,2%). L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,7% per l’indice generale e +0,4% per la componente di fondo.
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, il cosiddetto carrello della spesa, salgono dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,1% in termini tendenziali (in accelerazione da +0,3% del mese precedente).
Corrono prezzi di alimentari, tabacchi e trasporti
La ripresa dell’inflazione si spiega soprattutto con l’inversione di tendenza fatta registrare dai prezzi dei Beni alimentari, trainata dal rialzo degli Alimentari lavorati (+2,5%, da +1,3% di febbraio) e favorita dall’ampia riduzione della flessione degli Alimentari non lavorati (-0,4% da -3,2%). A contribuire all’accelerazione dell’inflazione, aggiunge l’Istat, sono anche i prezzi dei Tabacchi (+2,2% da +0,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5% da +1,9%).
Di contro c’è un rallentamento della crescita dei prezzi dei Beni energetici (+3% da +3,7%), soprattutto non regolamentati (+1,1% da +2,1%).
L’aumento su base mensile dell’indice generale è dovuto principalmente al rialzo dei prezzi degli Alimentari lavorati (+1,3%) e dei Tabacchi (+1,8%), cui si aggiunge quello dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,7%).
“Si evidenzia una repentina inversione di tendenza per gli alimentari, che passano dal -0,8% di febbraio al +1,2% di marzo – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Una ripresa dei prezzi fortissima che incide sul tasso di inflazione finale, portando la famiglia tipo a spendere 65 euro in più per il cibo su base annua (+85 euro per un nucleo di 4 persone)”. “Ma a spingere al rialzo l’inflazione sono anche i trasporti, che su base annua crescono del +1,8%. Questo significa che per spostarsi una famiglia spende mediamente 58 euro in più all’anno a causa dei rincari dei prezzi registrati nel comparto”, conclude Rienzi.