M5S-Lega, per WSJ governo euroscettico. Tria all’economia, a favore di flat tax con aumento Iva. Scrisse: si deve poter stampare moneta
Nasce il nuovo governo M5S-Lega. Dopo i colpi di scena delle ultime settimane e le forti tensioni tra i due partiti e il Colle, dopo l’impossibilità iniziale di superare il ‘muro Paolo Savona’ sia da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che da parte soprattutto della Lega, il governo politico è nato, affondando del tutto l’ipotesi di un governo tecnico a guida Carlo Cottarelli.
La nascita del governo è stata sancita verso la serata di ieri da una nota congiunta diramata da Luigi Di Maio, leader del M5S, e Matteo Salvini, leader della Lega: “Ci sono tutte le condizioni per un governo politico M5S Lega”. L’esecutivo dunque nascerà, con Giuseppe Conte premier, Giovanni Tria all’Economia, e Paolo Savona agli Affari europei.
L’impasse è stata sbloccata con la proposta di Di Maio, che ha riproposto l’opzione di un governo a guida M5S-Lega riuscendo a far cambiare idea a Salvini, che già era tutto proiettato verso le prossime elezioni.
Salvini aveva sempre posto come condizione sine qua non la nomina di Paolo Savona al dicastero dell’Economia, fattore che aveva irrigidito il Quirinale, portandolo a dire no al papabile ministro.
Con il ‘trasferimento’ di Savona in un altro ministero, l’economista rimane nella squadra di governo: un compromesso, sostanzialmente, raggiunto tra Sergio Mattarella e Matteo Salvini, che consente la nascita di un esecutivo.
Nella tarda serata di ieri, è arrivata la notizia del conferimento dell’incarico di formare un governo, da parte del Quirinale, al giurista Giuseppe Conte, dopo l’ennesimo pellegrinaggio verso il Colle.
A fare l’annuncio è stato il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti, che ha aggiunto che Conte “ha presentato la lista dei ministri ai sensi dell’articolo 92 della Costituzione” e che il nuovo esecutivo giurerà oggi alle 16.
Sia Salvini che Di Maio sono i nuovi vicepresidenti. La squadra di governo è composta da 18 ministri in tutto, tra cui cinque donne.
E già arrivano le sentenze della stampa internazionale. In particolare il Wall Street Journal parla di un governo euroscettico al “potere in Italia, la terza economia d’Europa”, facendo notare che Di Maio e Salvini, per l’appunto, oltre ad essere ministri, saranno entrambi anche vicepremier:
“Un ruolo che permetterà a Luigi Di Maio e Matteo Salvini di guidare il governo, verosimilmente oscurando il primo ministro Giuseppe Conte”. Il giurista viene definito “un avvocato e un accademico poco conosciuto”,
L’attenzione è, intanto, soprattutto su Giovanni Tria: sarà lui ad assumere la guida di Via XX settembre: 69 anni, al momento docente della facoltà di economia presso l’Università Tor Vergata di Roma, Tria può essere definito un critico dell’euro che vuole comunque che l’Italia rimanga nel blocco dell’Eurozona.
E’ stato co-direttore del Master in Economia dello Sviluppo e Cooperazione Internazionale e Direttore del Ceis (Center for Economics and International Studies di Tor Vergata) . Al momento, è membro dell’Oecd Innovation Strategy Expert Advisory Group, vice presidente dell’Iccp (Committee for Information, Computer and Communication Policy) e Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ilo (International Labour Organization).
Il Sole 24 Ore ripropone un articolo scritto da Tria e da Renato Brunetta, di cui Tria è stato consigliere. Nell’articolo, scritto a quattro mani, e pubblicato su Il Sole l’8 marzo del 2017, si parla della “visione di Giovanni Tria sull’euro e sugli investimenti pubblici fuori dai parametri Ue”.
Le critiche contro l’architettura dell’euro non vengono risparmiate. L’Europa viene descritta alla stregua di un continente sempre più diviso tra “formiche” del nord e “cicale” del sud in perenne conflitto, che così sembra non avere futuro. Il “surplus tedesco è il segno del fallimento dell’euro”. Riguardo alla crescita del debito pubblico, che non è un problema solo italiano, Tria e Brunetta scrivono che “è mancata in questi anni, per limitare la crescita destabilizzante del debito in tutta l’Eurozona, la crescita del Pil nominale, schiacciato dall’assenza di inflazione per troppi anni e dalla bassa crescita in termini reali”.
“In questo contesto -prosegue l’articolo – è chiaro quel che si dovrebbe fare, anche se farlo implica cambiare le regole che sovrintendono l’Unione monetaria. Ad oggi non è facile cambiarle, ma la strada non è quella del non rispetto delle regole, anche se fino ad oggi l’Unione si è arrangiata accettandone sostanzialmente la violazione o la loro flessibilità. Ciò che manca sono gli investimenti necessari al sostegno della domanda interna all’Eurozona, ma soprattutto a recuperare competitività sui mercati internazionali e ad assicurare la sostenibilità di lungo periodo, innanzitutto sociale, della crescita”.
Tra i punti interessanti dell’articolo, anche la necessità ribadita di poter stampare moneta. Tria e Brunetta parlano di uno “stimolo fiscale finanziato attraverso la creazione di moneta. In altri termini, ciò che si propone è la monetizzazione di una parte dei deficit pubblici, destinata a finanziare, senza creazione di debito aggiuntivo, un ampio e generalizzato programma di investimenti pubblici, con il vincolo del mantenimento di un avanzo primario al netto di tale finanziamento, ottenuto attraverso il controllo della spesa corrente, in misura compatibile con un sentiero di riduzione costante del debito”.
Brunetta e Tria scrivono:
“A questo punto quello che serve, non solo in Italia ma in tutta Europa, è un dibattito ampio, senza demonizzazione di nessuna delle proposte in campo. Non ha ragione chi invoca l’uscita dall’euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali, ma non ha ragione neanche il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, quando dice che «l’euro è irreversibile», se non chiarisce quali sono le condizioni e i tempi per le necessarie riforme per la sua sopravvivenza. Anche perché il maggior pericolo è l’implosione non l’exit”.
Giovanni Tria è a favore della flat tax: a suo avviso, si tratta di un obiettivo perseguibile anche passando per l’aumento dell’Iva.
Sempre sulla flat tax, Tria ha ricordato un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote.
“Tuttavia sarebbe preferibile – ha detto- contare meno sulle scommesse e far partire la riforma con un livello di aliquota o di aliquote, che consenta in via transitoria di minimizzare la perdita di gettito, per poi ridurle una volta assicurati gli effetti sulla crescita. Inoltre non si vede perche non si debba far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell’Iva per finanziare parte consistente dell’operazione”.
LA SQUADRA DI GOVERNO:
Ministro degli Esteri: Enzo Moavero Milanesi
Ministro dell’Economia: Giovanni Tria
Ministro degli Interni: Matteo salvini (anche vicepremier)
Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro: Luigi Di Maio (anche vicepremier)
Ministro ai Rapporti con il Parlamento: Riccardo Fraccaro
Ministro degli Affari Europei:Paolo Savona
Ministro della Difesa: Elisabetta Trenta
Ministro della Giustizia: Alfonso Bonafede
Ministro della Pubblica Amministrazione: Giulia Bongiorno
Ministro della Salute: Giulia Grillo
Ministro degli Affari Regionali: Erika Stefani
Ministro del Sud: Barbara Lezzi
Ministro dell’Ambiente: Sergio Costa
Ministro ai Disabili e alla Famiglia: Lorenzo Fontana
Ministro dell’Agricoltura e del Turismo: Gian Marco Centinaio
Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture:
Ministro dell’Istruzione: Marco Bussetti
Ministro dei Beni Culturali: Alberto Bonisoli