‘Macigno debito e instabilità politica, lo spread rischizzerà oltre 200’. E attenzione a rischio banche per Ftse Mib
Il 2021 rischia di veder riesplodere il caso Italia sui mercati. La crisi di governo aperta sostanzialmente ieri da Matteo Renzi con la dimissione delle due ministre sta alzando la tensione sul fronte spread Btp-Bund, anche se con variazioni ancora contenute (oggi picco a 120 punti base con rendimento del Btp decennale salito fino a 0,67%).
Si è invertita la tendenza che aveva spinto lo spread scendere a ridosso di quota 100 pb rispetto ai 240 di un anno fa, con rendimenti della carta italiana ai minimi storici. Un movimento in sintonia con la discesa dei rendimenti sui principali bond governativi del mondo. In particolare i Btp hanno cavalcato l’assist dell’annuncio prima e dellla approvazione poi del Recovery Fund europeo, oltre che alle misure di stimolo adottate dalla Bce.
Doppio macigno da debito e iinstabilità politica
Cosa aspettarsi ora? Gli strategist di IG nelle loro previsioni per il 2021 vedono un quadro piuttosto difficile complice proprio l’instabilità politica. “Nel 2021 e ancor più nel 2022 il Paese dovrà fare i conti con l’enorme debito pubblico accumulato negli ultimi mesi – rimarcano – . Una sfida importante che potrebbe tornare a mettere pressione alla carta italiana. Quadro questo che ci spinge ad ipotizzare di vedere lo spread nuovamente sopra i 200 punti base, e su livelli ancor più alti se l’incertezza politica dovesse perdurare”.
Ftse Mib ben impostato, possibile freno da banche
Per quanto riguarda l’azionario, IG vede il Ftse Mib pronto a proseguire la corsa rialzista nel corso del 2021 con però l’incognita del settore finanziario che potrebbe frenarne l’ascesa. “Le aspettative sono che la corsa degli ultimi mesi possa arrestarsi poco sopra 24 mila punti. Sarà questo l’ostacolo, superato il quale potremmo puntare verso i 26 mila punti nel corso dell’anno”, argomenta IG che vede nel corso dell’anno proseguire il processo di consolidamento tra le banche. M&A a parte, sulle banche pende il nodo dei crediti deteriorati, NPL, che potrebbero lievitare a seguito della pandemia. “Potremmo avere numeri più importanti rispetto a quelli della crisi del 2012 con nuove ondate di aumenti di capitale necessari per stabilizzare il sistema bancario. Sarà questa una sfida nella sfida, riuscire a resistere a nuovi aumenti di capitale, in un momento particolarmente difficile per l’economia e il Paese e soprattutto in un’ottica di tassi bassi ancora a lungo”, argomenta IG.
Guardando agli scenari sul fronte M&A, già nei prossimi mesi sono attese nuove mosse con le ultime banche che convoleranno a nozze. Unicredit, MPS, Banco BPM e BPER sono i quattro principali istituti a giocarsi questa partita. “Non escludiamo colpi di scena, anche se l’addio di Mustier alla guida della banca di Piazza Gae Aulenti spalanca le porte a un matrimonio con Piazza Salimbeni”, asserisce IG.