Made in Italy: nel 2019 l’export crescerà di 23 miliardi di euro ma occhio alla contraffazione
Asso nella manica dell’economia tricolore è lo sviluppo del made in Italy che ad ottobre è riuscito a invertire la rotta dopo mesi deludenti. La crescita su base annua, dice l’Istat nelle sue ultime rivelazione, è pari al 9,6%, risultato di un rialzo deciso nei paesi extra-Ue (+11,5%) e di un quasi analogo (+8,1%) progresso in Europa. La meccanica sarà il leader del made in Italy all’estero con circa 5,8 miliardi di transazioni commerciali addizionali rispetto al 2018, seguita dal comparto tessile, chimico e agroalimentare.
Francia e Germania le principali destinazioni del made in Italy nel 2019
A indicarlo Ana Boata, senior Economist Europe di Euler Hermes secondo cui per il 2019 si stima una crescita di export addizionale per l’Italia pari a 23 miliardi di euro e un attivo della bilancia commerciale di 3,5 miliardi di euro. “I settori vincenti all’export saranno quelli che riusciranno ad avere la capacità, anche finanziaria, di investire in ricerca e sviluppo e di proporre ai mercati soluzioni innovative, sia di prodotto che di processo, basate su nuove tecnologie come IoT e AI, per venire incontro alle richieste di una clientela sempre più sofisticata” sostiene l’analista. Le principali destinazioni del Made in Italy anche nel 2019? Francia e Germania soprattutto. Ma occhio ai rischi che si possono verificare nel 2019: oltre ad un ipotetico protezionismo in aumento, le imprese dovranno prepararsi ai maggiori costi del commercio, alla diversificazione degli scambi e all’aumento del rischio politico.
Contraffazione: i numeri di un fenomeno difficile da arginare
Ma oltre ai rischi che corre il made in Italy, c’è una piaga difficile da combattere che da tempo affossa le nostre imprese. E’ il fenomeno della contraffazione senza di cui la produzione interna registrerebbe un incremento di 19,4 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 7 miliardi (un valore quasi uguale, ad esempio, a quello generato dall’intera industria metallurgica). I conti li fa una ricerca del Censis realizzata per il Ministero dello Sviluppo Economico (Direzione Generale Lotta alla contraffazione-UIBM). Oggi la merce contraffatta viaggia per mare, in aereo, su gomma e i prodotti falsi vengono venduti nelle bancarelle per strada, in capannoni e magazzini, negli appartamenti privati, attraverso siti web e consegnati via corriere, producendo ingenti danni sia per il made in Italy, sia in termini di sicurezza dei consumatori e sfruttamento delle persone impiegate nella filiera della produzione e commercializzazione della merce taroccata.
Quali i prodotti più contraffatti? Al primo posto l’abbigliamento, gli accessori e le calzature, il cui valore sul mercato nazionale del fake è stimabile in 2,4 miliardi di euro, pari al 33,1% del totale. Ad essere più falsificati soprattutto giubbotti, capi sportivi, scarpe da ginnastica e, tra gli accessori, cinte, borse e portafogli. Segue il settore dei materiali audio e video, e poi i prodotti alimentari, Dop e Igp, per un valore di oltre 1 miliardo di euro nell’ultimo anno, pari al 14,5% del totale. Tra i prodotti in crescita negli ultimi tempi ci sono le apparecchiature elettriche, soprattutto componenti di telefoni cellulari, orologi e gioielli contraffatti valgono nel mercato del falso 387 milioni di euro (il 5,4% del totale) e a seguire il settore del materiale informatico, costituito soprattutto da componenti hardware per computer, tablet, schede di memoria, chiavette Usb, per un valore di 309 milioni di euro (il 4,3% del totale), con un incremento dell’8,4% negli ultimi due anni. A seguire profumi e i cosmetici (115 milioni di euro), pezzi di ricambio per auto, giocattoli e anche medicinali.
I controlli ci sono ma il settore della contraffazione riesce ad evolversi grazie alle nuove strategie di elusione dei controlli – ad esempio frazionando i carichi illeciti in partite di piccola entità portate a destinazione da corrieri, anche occasionali, a bordo di furgoni o autovetture, o al seguito di passeggeri in sbarco presso porti e aeroporti – e al ricorso sempre più frequente a internet. Da qui l’appello: bisogna affiancare iniziative di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte ai cittadini-consumatori, chiamandoli ad essere attori e protagonisti in prima persona della lotta alla contraffazione.