Notiziario Notizie Italia Manovra: obbligo Pos e tetto contante slittano, rimane nodo partite Iva. Sì carcere grandi evasori

Manovra: obbligo Pos e tetto contante slittano, rimane nodo partite Iva. Sì carcere grandi evasori

22 Ottobre 2019 08:37

Dopo le tensioni che si sono acuite soprattutto nel fine settimana, il governo M5S-PD è riuscito a trovare una intesa su alcuni punti della legge di bilancio, che avevano seminato diversi malumori.

Il vertice di maggioranza sulla manovra si è concluso con un accordo sull’obbligo del Pos per i commercianti, sul tetto al contante e sul carcere ai grandi evasori, misura quest’ultima considerata imprescindibile dal leader del M5S, Luigi Di Maio.

Rimangono diversi nodi, come quello della flat tax per le Partite Iva, ma l’esecutivo giallo rosso va comunque verso un alleggerimento rispetto alla stretta emersa con il Documento programmatico di Bilancio (Dpb).

Nel documento, si leggeva niente più flat tax per le persone fisiche esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo con redditi compresi tra 65.000 euro e 100.000 euro. Incluse anche variazioni di parametri sul regime dei minimi.

Il dossier rimane aperto, visto che il nodo non è stato, per l’appunto, sciolto. Per ora, è stato deciso il no alla contabilità analitica per le partite Iva con fatturato sotto i 65.000 euro. 

Ma gli ostacoli per mettere d’accordo tutti non mancano: Il Sole 24 Ore riporta che “l’idea di prevedere un doppio regime forfettario fino a 30mila euro di ricavi o compensi e opzionale tra analitico e forfettario oltre 30mila euro e fino a 65mila euro si scontra con le controindicazioni evidenziate dai tecnici”.

A rischio rimane il “secondo modulo” del regime forfettario, pensato dal primo governo Conte per estendere un’aliquota agevolata anche a favore di coloro che dichiarano tra i 65 mila e i 100 mila euro di reddito, dopo che il primo modulo, lanciato nel 2019, aveva consentito ai titolari di partita Iva che dichiaravano meno di 65 mila euro all’anno, di beneficiare di una aliquota del 15% sull’imponibile e di usufruire, anche, di un sistema semplificato per pagare le tasse.

“Sul regime forfettario per i professionisti siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni”, ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio, annunciando dal suo profilo Facebook gli accordi raggiunti con il vertice di maggioranza: sia il tetto all’uso del contante che l’obbligo dei Pos per i commercianti slittano al primo luglio del 2020, in attesa di trovare un accordo che faccia scendere i costi delle commissioni delle carte di credito. “Così non si criminalizzano i commercianti”, affermano soddisfatti dal M5S.

Il carcere per i grandi evasori entra da subito nel decreto fiscale ma la norma entrerà in vigore dopo la conversione del provvedimento.

Così Di Maio:

“Il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge. Ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge da parte del Parlamento. D’ora in avanti chi evaderà centinaia e centinaia di migliaia di euro sarà finalmente punito con il carcere. Colpiamo i pesci grossi”. E ancora:

“Per la prima volta uno Stato forte con i forti e non più forte con i deboli! Uno Stato che non ha più paura e che ritrova il coraggio di lottare contro i colossi! Finalmente tocchiamo gli intoccabili”.

Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini (PD) commenta l’accordo, affermando che “l’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all’evasione, centrale per il governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamemto sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”.

Ulteriori dettagli sul carcere ai grandi evasori arrivano con le dichiarazioni del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al termine del vertice di maggioranza sulla manovra.

Bonafede rende noto che per i grandi evasori, coloro che sottraggono al Fisco una “somma di 100mila euro” scatterà il carcere da un “minimo di 4 anni a un massimo di otto anni”. Attualmente le pene previste vanno da 1,5 a 6 anni.

“Oggi è stata decisa inequivocabilmente la norma sul carcere per i grandi evasori – ha detto Bonafede – Non ho nessun timore di modifiche in Parlamento, perché una maggioranza che decide di inserire nel decreto fiscale una norma dai confini così netti che stabilisce il carcere per i grandi evasori e la confisca per sproporzione per i grandi evasori è una maggioranza che non deve temere nulla in Parlamento”.