Manovra: Savona lancia New Deal, ottimismo anche da Conte. Il lapsus di Tria: ‘Ce la faremo? Spero di no’
“Cominciamo a costruire un New Deal. Siamo coscienti che dobbiamo fare quelle riforme che Roosevelt avviò”. Così il ministro degli Affari europei Paolo Savona, rispondendo alle domande dei gruppi parlamentari alla Camera che precedono la votazione del NaDef.
La nota di aggiornamento al Def passa alla Camera e al Senato, così come passa la risoluzione di maggioranza che autorizza il rinvio del pareggio di bilancio a dopo il 2021: dopo dunque, quel triennio 2019-2021 coperto dalla legge di bilancio che l’esecutivo sta per varare.
Nel presentare il New Deal italiano alla Camera, il ministro Savona risponde così all’onorevole Renato Brunetta:
“Come l’onorevole Di Maio ha insistito molto sul ripetere ciò che fece Roosevelt, il mio convincimento è che l’esperimento è un poderoso sforzo di Italia unitaria e coincidenza di interessi fra la zona avanzata e quella arretrata, non certo culturalmente. Credo che Brunetta sappia che se la disputa è sui modelli econometrici non se ne esce fuori. C’è uno spazio di 50 miliardi e possiamo assorbirlo con una politica economica. Iniziamo a costruire un New Deal. Siamo coscienti delle riforme. Il programma è prudenziale. Nel programma gli investimenti si incrementano di 0,2% o,3% o,4% nel primo secondo e terzo anno. Può essere fatto. Falliremo? Ci giudicherete sul fatto politico. Io sono convinto che ce la faremo…”.
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“Ce la faremo”, dice dunque Paolo Savona.
Un segnale di ottimismo più volte ribadito negli ultimi giorni interrotto solo, non senza sorpresa quando il ministro ha detto che, nel caso in cui lo spread fosse balzato in modo eccessivo, il governo avrebbe dovuto prendere in considerazione l’opzione di apportare modifiche alla manovra. E un ottimismo che ieri sera è stato manifestato anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, dopo l’approvazione della risoluzione di maggioranza che autorizza la nota di aggiornamento al Def, ha fatto riferimento ai “fondamentali della nostra economia, che sono molti solidi”, tanto che anche le sue personali “previsioni per la crescita sono superiori a quelle” indicate.
Non solo: commentando la riunione con le principali aziende di Stato, il premier ha detto di aver “avuto conferma che investiremo molti miliardi aggiuntivi rispetto a quelli programmati”. E ciò “significa che avremo moltiplicatori per la crescita del Pil superiori a quelli previsti”.
Se c’è qualcuno, invece – ma per ora solo inconsciamente – che sembra non condividere questo ottimismo, questo è il ministro dell’Economia Giovanni Tria, vittima di un lapsus che è stato fatto notare dal giornalista e blogger Federico Mello.
Nel video, che mostra Tria durante l’audizione che si è svolta lo scorso mercoledì 10 ottobre alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, si sente il ministro dire: “La nostra è una scommessa. Ce la faremo? Io spero di no”.