Finanza Notizie Italia Manovra: sì a fondo famiglia con carta bimbi da 400 euro al mese. Torna bonus cultura 18enni

Manovra: sì a fondo famiglia con carta bimbi da 400 euro al mese. Torna bonus cultura 18enni

24 Ottobre 2019 12:14

Il fondo unico per la famiglia c’è. E’ quanto emerge dalla bozza di sei pagine, che ha fatto da canovaccio per la lettera di risposta del governo M5S-PD alla Commissione europea. La bozza contiene praticamente lo scheletro della manovra, e ha iniziato a circolare nella serata di ieri tra i ministeri.

Tra le novità di questa legge di bilancio 2020 firmata dall’esecutivo M5S-PD c’è il fondo unico da 2 miliardi nel triennio per le famiglie, con un assegno da 400 euro al mese per ogni figlio. Si tratta di una misura che sarà nota come carta bimbi:

“Per la famiglia la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio. Dal 2020 le risorse degli attuali bonus (nascita, bebè, voucher asili nido) saranno riordinate in un unico fondo che avrà una dote aggiuntiva di 500 milioni. Sarà un’apposita ‘carta bimbi’ da 400 euro al mese a permettere alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle per i nuclei a basso reddito”.

Nel testo di sintesi della Manovra si legge che le risorse serviranno anche ad aumentare l’offerta di posti per gli asili nido, che al momento sono disponibili solo per il 24% dei bimbi tra 0 e 3 anni. In più, con una delega apposita, si avvierà il nuovo assegno unico per la famiglia da lanciare nel 2021.

Torna – o sarebbe il caso di dire che viene prorogato – il bonus cultura per i diciottenni, in scadenza a fine 2019. Il governo è intenzionato a rinnovarlo, ma l’investimento dovrebbe calare da 240 milioni a 160 milioni. Malgrado la minore disponibilità, riporta l’Ansa, Pd e Italia Viva chiedono di fare in modo che la cifra a disposizione dei neo maggiorenni resti di 500 euro ma il rischio è che il bonus sia quasi dimezzato. Per riuscirci, puntano “sul fatto che non tutti i diciottenni lo hanno usato nel passato”.

Nel documento di sintesi della manovra viene ribadita anche la lotta al contante, con il piano dal titolo “Italia Cashless: essere onesti conviene”.

“Recita così il titolo del capitolo del documento di sintesi della manovra incentrato sul piano per favorire i pagamenti elettronici e istituire un principio fondamentale. Il piano prevede l’introduzione di un superbonus da riconoscersi a partire dall’inizio del 2021 in relazione alle spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili (carte di credito, bonifici bancari, bancomat), oltre all’istituzione di estrazioni e premi speciali per chi paga con moneta elettronica. Le detrazioni attualmente previste per il pagamento di professionisti come idraulici e medici andranno ad aggiungersi ai bonus per i pagamenti elettronici in un unico “superbonus della Befana”: per la misura sono previsti 3 miliardi a partire dal 2021, con l’obiettivo di far emergere il sommerso”.

Tra le misure non gradite, microtasse per un valore di 5 miliardi:

Dallo schema prende forma la tassa sul fumo, che riguarda sia le sigarette elettroniche sia quelle tradizionali: 160 milioni arriveranno da un aumento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e oltre 45 dalle sigarette. Si confermano la tassa sugli imballaggi di plastica, un euro per chilogrammo, che partirà dal primo giugno 2020, e l’aumento della cedolare che al 12,5% dal 10%.

In generale, nella manovra per il 2020 “vengono previsti 30 miliardi di maggiori spese mentre 15 sono maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 miliardi provengono dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 miliardi provengono da maggiori entrate individuate con le misure del Disegno di Legge di Bilancio. Il resto è coperto in deficit, con 14,4 miliardi di euro”

Riguardo al taglio del cuneo fiscale, la misura riguarderà sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, sia i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8 mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus Renzi.

Si abbassano, però, le detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti: la sforbiciata parte dai redditi oltre 120 mila euro l’anno con il graduale azzeramento a quota 240mila euro.

Per il rinnovo dei contratti pubblici “il governo aggiungerà 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi a regime dal 2021, che andranno ad aggiungersi agli 1,4 miliardi stanziati precedentemente per il 2020 e agli 1,75 stanziati precedentemente per il 2021. Si tratta in totale di 3,1 miliardi stanziati a regime per i rinnovi”.

Per gli anziani c’è il ripristino della rivalutazione delle pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi.