Mercatone Uno in crisi nera: torna spettro licenziamenti e chiusure. Indetto sciopero per il 18 aprile
Il destino di 210 lavoratori appeso ad un filo. A soli otto mesi dal passaggio dall’amministrazione straordinaria alla nuova società, la Shernon holding, è nuovamente crisi profonda per Mercatone Uno. Sull’orlo del fallimento già nel 2015, Mercatone Uno fu mandato in Amministrazione straordinaria speciale dalla primavera del 2015 fino all’estate del 2018. Era il 9 agosto quando la Shernon acquisì 55 punti vendita del marchio e ora chiede il concordato preventivo al Tribunale di Milano. Per i lavoratori di Mercatone Uno si profila dopo appena otto mesi di nuovo lo spettro di chiusure, licenziamenti e cassa integrazione.
Mercatone Uno di nuovo in crisi profonda
Bologna, Colle Val d’Elsa, Trecate e Pombia (Novara), Gravellona Toce e Preglia di Crevoladossola (VCO), Reana (Udine) e Verdello (Bergamo) sono solo alcuni dei punti vendita di Mercatone Uno a rischio chiusura ma il problema riguarda anche gli altri 55 punti vendita di Mercatone Uno di proprietà di Shernon Holding S.r.l. mentre altri 13 punti vendita sono stati rilevati da COSMO. In Piemonte sono già cinque i punti vendita che non vengono più riforniti e i dipendenti sono allo stremo anche perché devono ancora ricevere parte delle competenze della liquidazione, il tfr, del vecchio Mercatone Uno. La Shernon rende noto di aver chiesto l’ammissione al concordato al fine di superare una temporanea situazione di difficoltà finanziaria e al tempo stesso ha reso noto delle trattive in corso con nuovi soci e investitori.
Sindacati sul piede di guerra
Si prospetta lo sciopero in tutti i punti vendita e la mobilitazione dei dipendenti indetto dalle maggiori sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil che definiscono «vergognosa» la decisione di ricorso al concordato. «La situazione – dice Stella Cepile, responsabile della Cgil per il commercio – è drammatica. Da tempo i punti vendita non ricevono la merce, e il venduto non viene rinnovato in magazzino. I fornitori sono arrivati al punto di ritirare la merce già consegnata. Per cui si sta assistendo alla morte lenta delle strutture, altro che al loro rilancio. La credibilità di questa società è nulla: a confermarlo è la dichiarazione pubblica resa meno di un mese fa dall’amministratore delegato che diceva che era imminente la ricapitalizzazione per 20 milioni di euro, ma quando il ministero dello Sviluppo Economico ha programmato l’incontro per il 2 aprile con azienda e sindacato, la Shernon ha deciso il rinvio». I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs hanno indetto così uno sciopero per il 18 aprile.