MinistroTria esclude manovra correttiva e patrimoniale, ma è favorevole all’aumento Iva
All’orizzonte per l’Italia non c’è nessuna manovra correttiva e nessun rischio di patrimoniale. E’ categorico il ministro per l’economia Giovanni Tria in collegamento alla trasmissione “In 1/2 ora” con Lucia Annunziata su RaiTre da New York, dove era per i lavori all’FMI.
“Non ci sarà nessuna manovra correttiva e nemmeno una patrimoniale” sostiene il titolare del dicastero di via XX Settembre. “Il rischio non c’è, io sono molto contrario perché colpirebbe al cuore gli italiani e avrebbe un impatto distruttivo su crescita e consumi. Solo parlarne crea incertezza e danno” e questo nonostante le prospettive di crescita siano praticamente nulle ma, continua Tria, bisognerà avere “una crescita sostenuta già nel secondo semestre di quest’anno, altrimenti non si può raggiungere questo livello”.
No all’aumento dell’Iva
L’Italia però corre il rischio di non centrare nemmeno lo 0,2% e il ministro Tria ammette che le ultime misure approvate dal governo avranno “un impatto positivo ma limitato” sul già basso tasso di crescita di quest’anno ma tutto dipenderà da un secondo semestre sostenuto. Niente manovra correttiva, niente patrimoniale, dice il ministro e anche niente aumento dell’Iva. Il ministro non è del tutto contrario all’aumento dell’imposta sul valore aggiunto ma non la propone considerando che la maggioranza di governo è del tutto contraria. “Io sono per lo spostamento dell’imposizione sui consumi piuttosto che sui redditi perché lo considero più favorevole alla crescita”, ha ammesso Tria. Infine sulla flat tax, il ministro chiarisce ancora una volta la sua posizione. Tria è favorevole in linea teorica alla tassazione piatta ma ribadisce che “occorre mantenere la progressività delle imposte, come c’è scritto nella Costituzione” e che passare a una sola aliquota non è fattibile. Se infatti “si può immaginare un’area di reddito che non viene tassata se il livello è molto basso”, area che esiste già ora per i redditi sotto gli 8mila euro”, Tria ricorda che “occorre ridurre il numero delle aliquote in modo progressivo” e che un’aliquota unica “dovrebbe essere posta ad un livello abbastanza elevato per problemi di stabilità finanziaria”.