Notiziario Notizie Italia Mps: crediti di 10 milioni di euro a 13 partiti politici, 9,7 milioni sono deteriorati

Mps: crediti di 10 milioni di euro a 13 partiti politici, 9,7 milioni sono deteriorati

12 Aprile 2018 10:40

A fine 2017, il Gruppo Monte dei Paschi di Siena (Mps) vantava crediti nei confronti di 13 partiti politici per complessivi 10 milioni. Di questi, 9,7 milioni sono deteriorati, di cui 8,2 in sofferenza e rientranti nell’operazione di cessione e cartolarizzazione delle sofferenze. Lo ha comunicato la stessa banca con una risposta scritta alla domanda di un azionista, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Askanews.

Diverse le altre note scritte da Mps in risposta agli interrogativi dei soci, in quello che si conferma come un momento cruciale per la banca, reduce dall’operazione di ricapitalizzazione precauzionale, con cui è entrato, nelle vesti di primo azionista, il Tesoro italiano.

Una operazione che ha salvato Mps, ma che l’ha sottoposta anche a diversi vincoli imposti dalla Commissione europea. Di questo e di altro si è parlato nel corso dell’assemblea degli azionisti, che ha preso il via stamattina, e che è stata chiamata ad approvare il bilancio del 2017. Presente il 76,5% del capitale.

I soci rilevanti sono il Tesoro con il 68,247% del capitale, Generali al 4,319% e Mps (possesso di azione proprie) al 3,181%.

Indubbiamente, i vincoli dell’Ue si fanno sentire e di questo è stata la stessa Mps a parlare, nelle sue risposte scritte. Tra questi, c’è il target sul margine operativo netto del 2018, pari a un range compreso tra 1,2 e 1,6 miliardi. Un impegno che, ha precisato l’istituto, si ritiene altresì rispettato “qualora il livello del Roe programmato per l’esercizio di riferimento non sia al di sotto dei livelli prefissati”.

La questione è che, se non riuscirà a rispettare gli impegni presi con la Commissione europea, che si riferiscono al al triennio 2018-2020, Mps dovrà procedere a ulteriori riduzioni dei costi per 100 milioni.

Che succederà dunque all’occupazione?

Rassicurazioni in merito sono arrivate dall’amministratore delegato di Mps Marco Morelli, che ha parlato di tutte le sfide contro cui la banca si sta imbattendo e si imbatterà ancora. Ma che non ha nascosto neanche la soddisfazione per il miglioramento che sta interessando comunque il percorso intrapreso dalla banca. 

Intanto, non ci sarà nessun “taglio massivo dei costi e dell’occupazione” : questo, nonostante le riduzioni siano previste dal piano di ristrutturazione concordato con la Commissione europea. Piuttosto, ha precisato, i tagli saranno coerenti con i target stabiliti dal piano.

L’AD ha voluto togliersi anche un sassolino dalla scarpa, affermando che “avrebbe potuto finire anche in modo diverso, con una decisione che avrebbe implicato la mancanza di un corpo unico della banca, una riduzione notevole del corpo occupazionale”.

Detto questo, ora il focus è tutto sul 2018. 

Il 2018 è l’anno più importante per la storia della banca, per i suoi dipendenti e i suoi clienti”. 

E su questo non ci sono dubbi, visto che Morelli ha anche annunciato che Mps finalizzerà la cartolarizzazione degli NPL da 24 miliardi di euro entro il mese di maggio. 

L’iter è stato spiegato in questo modo dal CEO:

“Entro fine aprile riceveremo l’attribuzione dei rating sulle tranche della cartolarizzazione degli Npl. Una volta pubblicati i rating, nella prima settimana di maggio partirà il marketing con gli investitori istituzionali.
Partirà il processo per ottenere la Gacs (garanzia pubblica) sulla tranche senior, quella investment grade”.

“L’obiettivo è chiudere il processo della cartolarizzazione entro fine maggio e i primi giorni di giugno, un mese prima di quanto inizialmente previsto”.

In generale, “il percorso (intrapreso dalla banca) è lungo e difficile, serve il supporto dei soci“, ma “quello che ci eravamo posti come target all’inizio dell’anno (2017) siamo riusciti a chiuderlo, e non era assolutamente scontato”.

Dunque, ora “lavoriamo per raggiungere gli obiettivi del piano” 2017-2021″: a tal proposito, “ci saranno cose che raggiungeremo in anticipo, altre con uno sviluppo più lento”. 

Ma i segnali di miglioramento sono comunque evidenti. “Rispetto alla fine del 2017, abbiamo una inversione di tendenza. Una ripresa degli impieghi vivi lordi”.

Inoltre, “stiamo aumentando la raccolta commerciale nonostante il taglio del costo della raccolta. Un segno che la banca si rimette in cammino”.

Nelle ultime sedute Mps si è messa in evidenza sulla scia di alcune indiscrezioni di un ingresso nel suo capitale da parte della Cassa depositi e prestiti, che farebbe secondo i rumor da assist all’azionista di maggioranza che è il Tesoro.

L’ipotesi è stata commentata come “fantasiosa” dal direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, che ha parlato a margine del Salone del Risparmio, a Milano, con i giornalisti.