Mps e l’aumento di capitale: ecco i risultati. La fiducia di Giorgetti e il commento di Messina (Intesa)
Mps e l’aumento di capitale: la ricapitalizzazione del Monte di Stato è fatta, o quasi. La banca senese ha annunciato i risultati dell’operazione da 2,5 miliardi di euro che, partita lunedì 17 ottobre, si è conclusa ieri, lunedì 31 ottobre.
Con la chiamata alle armi del Mef maggiore azionista di Monte dei Paschi di Siena, che ha coinvolto fondazioni bancarie e casse di previdenza, e con quella maxi commissione da 125 milioni versata alle banche del consorzio di garanzia, “circa il 93% dell’Aumento di Capitale è stato già sottoscritto o è oggetto di impegni vincolanti da parte di investitori istituzionali anteriormente all’avvio dell’asta dell’inoptato” (si legge nel comunicato). Le somme raccolte con l’aumento di capitale serviranno soprattutto a finanziare l’uscita su base volontaria presentata da migliaia di dipendenti della banca, molti di più di quanto stimato: rispetto ai 3.500 dipendenti stimati in precedenza, i dipendenti del Monte che vogliono darsi alla fuga dalla banca senese sono 4.125, di cui 4.005 per il gruppo Mps e 120 come distaccati extra gruppo.
Mps: la fiducia di Giorgetti, il commento di Messina (Intesa)
Ieri un commento su Mps, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall’Acri, era stato rilasciato dal neo ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Meloni, Giancarlo Giorgetti:
“L’attuale governo lavorerà per gestire in maniera ordinata la dismissione della quota azionaria detenuta dallo Stato, nel rispetto degli impegni presi con la Commissione Ue, lasciando al mercato un soggetto bancario forte e capace di operare in un’economia diversificata e articolata, anche geograficamente, come quella italiana”. Lo sperano tanto i contribuenti, che da anni continuano a fare da stampella al Monte di Stato.
A commentare il dossier del Monte è stato anche l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Carlo Messina.
“Credo che l’aumento di capitale di Mps sia un passaggio molto importante per la definitiva stabilizzazione del sistema bancario italiano, Il Mef e il direttore generale del ministero Alessandro Rivera stanno facendo un ottimo lavoro”, ha commentato il ceo di Intesa, aggiungendo che, così ncome sta accadendo alle altre banche, “Mps si avvantaggerà della salita dei tassi, che restituirà quello che è stato tolto dai bilanci bancari” negli ultimi anni in cui la Bce ha lanciato la politica di tassi a zero e anche sotto zero, con i tassi negativi.
Mps: 93% aumento capitale sottoscritto o oggetto di impegni
Nello specifico è stato sottoscritto il 74% dell’aumento di capitale, fattore che ha permesso a Mps di assicurarsi nuovi mezzi freschi per un valore di 1.847.316.152 euro: di questi, come circa 1,6 miliardi sono stati versati dal Tesoro-Mef maggiore azionista (con la sua quota del 64%). La sottoscrizione ha avuto per oggetto 923.658.076 azioni di nuova emissione, ovvero le nuove azioni emesse dal Monte. Oltre alla sottoscrizione delle nuove azioni, sono stati presi “impegni di sub-underwriting da parte di investitori terzi per il 19% dell’Aumento di Capitale – a valere sulle azioni rivenienti dai diritti che resteranno eventualmente non esercitati al termine dell’asta – corrispondenti ad un ammontare massimo di Euro 475 milioni“.
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La percentuale del 93% oggetto di sottoscrizioni e di impegni, ha precisato Mps nel comunicato potrà anche aumentare: oggi partirà infatti l’asta dell’inoptato, ovvero dei diritti di opzione che non sono stati esercitati. Non sono stati esercitati di fatto “2.615.034 diritti di opzione (i ‘diritti inoptati’) che danno diritto alla sottoscrizione di complessive n. 326.007.572 Nuove Azioni, per un controvalore complessivo di Euro 652.015.144, pari a circa il 26% dell’Aumento di Capitale”.
Si tratta dunque di 652 milioni di euro circa che il mercato non ha sottoscritto, ma che tuttavia, sarà coperto con gli Impegni di sub-underwriting da parte di investitori terzi per un ammontare massimo di 475 milioni di euro. “Tale dato – puntualizza il comunicato del Monte dei Paschi – non tiene conto degli impegni di sub-underwriting da parte di investitori terzi per un ammontare pari a complessivi Euro 475 milioni (di cui Euro 20 milioni assunti in data odierna – ieri per chi legge), corrispondenti al 19% dell’Aumento di Capitale ovvero circa il 73% dei Diritti Inoptati, a valere sulle Nuove Azioni che dovessero rimanere inoptate al termine dell’Asta dell’Inoptato”.
Tra questi investitori ci sono la compagnia assicurativa francese e partner di Mps Axa, i detentori delle obbligazioni subordinate della banca che includono fondi come Pimco, Melqart e BlueBay, e diverse fondazioni bancarie italiane, che hanno detto sì alla richieste del Tesoro di partecipare all’aumento. Mancano così all’appello circa 177 milioni di euro, somma comunque garantita sia dal fondo Algebris di Davide Serra che dalle otto banche del consorzio di garanzia.
Mps aumento capitale: davvero una operazione di mercato?
La chiamata alle armi da parte del Tesoro è evidente, e anche messa in luce nei titoli di alcuni articoli stranieri dedicati alla banca senese, come quello firmato da Reuters. Ovvero: “Monte dei Paschi’s cash call 93% covered so far despite low shareholder take-up”, ovvero, “Aumento di capitale di Monte dei Paschi coperto al 93% nonostante la bassa partecipazione degli azionisti”. Le polemiche sulla natura di operazione di mercato di questo aumento di capitale non sono mancate. Negli ultimi giorni è arrivato anche un altolà da Londra, con un fondo che ha chiesto alla Bce di bloccare quella che è stata definita una operazione illegale.
La richiesta è stata presentata dalla società legale RPC, che rappresenta l’investitore globale, con una lettera ad hoc. Motivo dell’appello allo stop della ricapitalizzazione, il sospetto che Mps stesse acquistando in modo indiretto le proprie azioni.
Di certo, la reazione del mercato all’aumento di capitale non è mai stata tanto positiva, tutt’altro, se si considera l’azzeramento dei diritti di opzione, messi KO dalle vendite.
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Pomo della discordia con il mercato in generale, la maxi commissione da $125 milioni che Mps ha pagato alle banche del consorzio di garanzia e al fondo Algebris:commissione che avrebbe destato sospetti a Bruxelles, come era stato reso noto il giorno prima ancora dal Financial Times, che aveva rivelato che le maxi commissioni pagate alle banche garanti e al fondo Albegris erano finite nel radar dell’Unione europea, che vigilano sul rispetto delle norme degli aiuti di Stato.
Un investitore interpellato dal quotidiano britannico lo aveva detto chiaro e tondo: “I contribuenti sono gli unici che rischiano di perdere tutto”.
C’era poi un altro particolare che metteva a rischio l’operazione:
il fatto che, in Borsa, il titolo Mps fosse sceso al di sotto della soglia dei 2 euro e che dunque, per ogni eventuale potenziale investitore, fosse decisamente meglio acquistare il titolo a Piazza Affari. Polemiche e critiche erano montate infine con la notizia relativa alla partecipazione alla ricapitalizzazione da parte delle Fondazioni bancarie, dopo la a dir poco dolorosa esperienza del Fondo Atlante, con le stesse banche Intesa SanPaolo e UniCredit che avevano pagato non poco i contributi versati al fondo Atlante per il salvataggio delle banche venete e per rimettere in sesto il sistema bancario italiano.
Mps: parte oggi asta diritti inoptati. Cosa c’è da sapere
Tornando a cosa succede ora per il Monte dei Paschi di Siena, nella nota in cui ha illustrato i risultati dell’aumento di capitale durante il periodo di opzione, la banca ha specificato, in relazione all’asta dei diritti inoptati che partirà oggi, che “Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A. nelle sedute del 1° novembre 2022 e 2 novembre 2022, coordinerà l’offerta dei Diritti Inoptati che saranno offerti in Borsa, sul mercato regolamentato Euronext Milan, con il codice ISIN IT0005509010, ai sensi dell’art. 2441, comma 3, del Codice Civile (l’Asta dell’Inoptato’). I Diritti Inoptati potranno essere utilizzati per la sottoscrizione delle Nuove Azioni, al prezzo di Euro 2,00 per Nuova Azione, sulla base di un rapporto di 374 (trecentosettantaquattro) Nuove Azioni ogni 3 (tre) Diritti Inoptati posseduti. L’esercizio dei Diritti Inoptati e, conseguentemente, la sottoscrizione delle Nuove Azioni, dovranno essere effettuati tramite gli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli S.p.A., a pena di decadenza, entro e non oltre le ore 14:00 del 3 novembre 2022″.
Bisognerà attendere ancora qualche giorno per conoscere i risultati definitivi dell’aumento di capitale dell’istituto.
Mps ha reso noto che “la comunicazione sull’esito definitivo dell’Aumento di Capitale sarà fornita al pubblico da MPS mediante apposito comunicato stampa entro l’apertura di mercato del 4 novembre 2022″.
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