Finanza Notizie Italia Mutui: Fisso vs Variabile, la differenza di rata si assottiglia in scia a calo tasso Eurirs

Mutui: Fisso vs Variabile, la differenza di rata si assottiglia in scia a calo tasso Eurirs

2 Maggio 2019 15:43

I tassi di interesse dell’area euro difficilmente si scosteranno da quota zero nei prossimi 12 mesi, sponda ideale per chi intende accendere un nuovo mutuo o quelli che detengono un mutuo a tasso variabile. La Banca Centrale Europea che intende mantenere i tassi di interesse ai minimi ancora a lungo, almeno fino alla fine del 2019 e molto probabilmente anche per il primo semestre 2020.

 

Tasso Euribor stabile, mentre l’Eurirs scende ancora 

Il prolungarsi del periodo ultraaccomodante della Bce si riflette con tassi di riferimento per mutui a tasso fisso e a tasso variabile sui minimi. A marzo 2019 il tasso Euriibor a 3 mesi risulta vicino ai minimi storici: -0,31%, in linea con quanto rilevato per tutto il 2019 e leggermente più alto del suo minimo storico di -0,33% al quale è rimasto ancorato per tutto il 2017 e per la prima metà del 2018. L’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa rimarca come si prevede una lenta risalita dell’Euribor che comunque non arriverà a toccare valori positivi prima del 2020.

In netta discesa negli ultimi mesi invece il tasso Eurirs (25 anni), il tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso. Si è attestato a fine marzo a 1,15%, il suo minimo storico dal novembre 2016 (1,14%). Ad esclusione proprio dell’anno 2016 l’indice è sempre stato ben al di sopra di tale soglia.

Fisso vs Variabile, un esempio pratico 

Dalle prime rilevazioni del 2019 restano favorevoli le condizioni alle quali sottoscrivere finanziamenti per l’acquisito dell’abitazione, in particolar modo relativamente ai prodotti a tasso fisso. Stando alle dinamiche dei tassi di marzo 2019, l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa calcola l’importo della rata mensile di un mutuo ipotecario del valore di 110.000 euro per una durata di 25 anni, ipotizzando che l’immobile valga 160.000 € e che lo spread medio di mercato si attesti a 1,20% sia per il tasso fisso che per il tasso variabile. Con un mutuo a tasso fisso sosterremmo una rata di 485 euro, circa 76 euro in più rispetto a quanto dovremmo sostenere se scegliessimo un mutuo a tasso variabile, in quanto la sua rata ammonta a 409 euro. Rispetto alla precedente indagine di Gennaio 2019 la rata del prodotto fisso è diminuita di 17 euro mentre quella del prodotto variabile è scesa di 12 euro.

Optando per un mutuo a tasso fisso, alle attuali condizioni di mercato, se si considera un finanziamento con un orizzonte temporale di 20 anni, ogni 100.000 euro finanziati si ha un maggior esborso economico di circa 68 euro: ciò significa che se oggi decidessimo di sottoscrivere un mutuo di 100.000 euro a tasso fisso per una durata di 20 anni, andremmo a spendere 816 euro in più all’anno per eliminare il rischio “rialzo dei tassi” ai quali è invece soggetto un mutuo a tasso variabile. Questo chiaramente se i tassi rimanessero sempre agli attuali livelli, cosa che è difficilmente verificabile in un orizzonte temporale lungo.