Mutui: il tasso variabile al minimo storico, ma il preferito rimane sempre il fisso
Quando si parla di mutui il tasso fisso rimane la prima scelta per gli italiani. E questa preferenza rimane tale anche di fronte al nuovo record di ribassi segnato a gennaio dal tasso variabile. È questa la tendenza principale che emerge dall’ultimo Osservatorio di MutuiOnline, aggiornato a fine gennaio. A sorprendere è, infatti, ancora il minimo storico toccato dal tasso variabile: 0,92% rispetto allo 0,93% del mese di dicembre. Un valore mai segnato nello storico dell’andamento dei tassi variabili, che dal 2006 era partito con un 4,28% e nel 2008, periodo di massima auge del mercato immobiliare, era arrivato a misurare il 5,48%.
Nonostante questi numeri, gli italiani continuano ad acquistare con un mutuo a tasso fisso, invogliati soprattutto dalla battaglia che ormai da qualche tempo le banche conducono sul mercato a colpi di offerte e spread al ribasso. Dall’osservatorio di MutuiOnline emerge che dal quarto trimestre del 2017 a questo primo periodo del nuovo anno le richieste di mutui a tasso fisso sono aumentate del 3,6%, portando al 79,6% la percentuale rilevata sul totale del campione. Di contro, il tasso variabile ha visto ridursi ulteriormente la sua “fetta di domanda” che è scesa al 17,8% (era 20,8%), e così anche il variabile con Cap che si è attestata all’1,7% contro il 2,3% di fine 2017.
Risultano, invece, in discesa gli importi medi richiesti ed erogati dopo l’entusiasmo di fine anno scorso: 127.930 euro per la domanda (era 128.581 l’ultimo trimestre del 2017) e 123.028 euro le concessioni (123.616 prima). “Entrambi i valori sono comunque migliori rispetto alla media rilevata lo scorso anno”, segnalano da MutuiOnline.
Dopo il ridimensionamento dei valori durante la seconda metà del 2017, da segnalare la risalita delle surroghe sia dal lato della domanda sia dell’offerta. Tradotto in numeri: l’osservatorio segnala in avvio d’anno rispettivamente il 48,5% (44,6% le richieste nel quarto trimestre del 2017) e il 47,4% (41,3% i mutui con finalità surroga erogati dalle banche nel periodo precedente).