Natale 2017: le tendenze e le spese per i regali, tra doni sgraditi e il “riciclo” dietro l’angolo
Lo shopping natalizio è ormai entrato nel vivo. E in attesa che arrivi il momento di spacchettare i doni ricevuti, le ricerche sui regali e le spese per il Natale 2017 continuano ad arrivare copiose, mettendo in luce alcune tendenze. Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic, realizzato in collaborazione con Doxa, a Natale non sempre vale il detto: “basta il pensiero”. Dall’osservatorio Findomestic-Doxa è, infatti, emerso che il 41% degli italiani si disferà dei doni poco graditi e, in particolare, il 23% non si farà problemi a riciclarli. C’è poi un altro elemento che va in questa direzione e segnala la scarsa fiducia nello scambio dei doni: il regalo più desiderato, per il 13% degli italiani, è un “bel” buono spesa che permette di poter scegliere in autonomia il dono più gradito.
Quanto si spende e per chi. L’arte del riciclo non passa mai di moda
Ma quanto si spenderà per il Natale 2017? Il budget che gli italiani hanno destinato alle strenne natalizie è in media di 312 euro: il 26% è deciso a ridurlo rispetto allo scorso anno, mentre l’8% intende essere più generoso. Sale la quota di coloro che si dicono disposti a sborsare più di 500 euro: dal 10% del 2016 al 13% di quest’anno. In media si spenderanno 132 euro per il partner e 159 euro per i figli, ma meno della metà per i suoceri (56 euro) e per gli amici (63 euro). Il 15% degli interpellati da Findomestic farà regali anche per motivi di lavoro (a clienti, fornitori e colleghi) e il 17% coglierà l’occasione del Natale per fare un regalo a sé stesso. In cima ai desideri un buono spesa (13%), un cofanetto stile smartbox per poter andare in vacanza o fare un’esperienza particolare (12%), uno smartphone (11%), seguito da un capo d’abbigliamento o scarpe (10%).
E se il regalo non soddisfa le aspettative e delude c’è sempre all’agguato il riciclo. Un italiano su due l’ha fatto almeno una volta e il 35% più di una volta. In vista del prossimo Natale il 41% degli italiani si disferà dei regali poco graditi con modalità diverse: il 22% degli intervistati ha affermato senza esitazione che lo riciclerà alla prima occasione; il 9% pensa invece di metterlo in vendita online mentre il 10% lo donerà in beneficienza. Il 25% invece opta per una soluzione di compromesso: prova a cambiarlo. Il 27% degli italiani, infine, ha dichiarato che lo terrà comunque in virtù del valore affettivo.
Consumatori e la top ten delle spese: giochi, gioielli e profumi
L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) ha , invece, condotto uno studio sulle spese di Natale 2017, stimando la top ten delle vendite natalizie 2017, non in base a sondaggi, ma elaborando i dati Istat sulle vendite al dettaglio degli anni passati. In pole position per il prossimo Natale i giocattoli, secondo posto per gioielli e orologi e, al terzo, i profumi. Quarta posizione per i libri, smartphone e pc, l’abbigliamento, al settimo posto i generi casalinghi, poi le calzature, Foto-ottica, pellicole, compact-disc, cassette audio-video e strumenti musicali e, in decima ed ultima posizione, elettrodomestici, radio, tv e registratori.
Lo studio analizza per ogni voce l’aumento congiunturale delle vendite che si registra a dicembre rispetto a novembre, stilando la classifica dei prodotti che segnano il maggior incremento di spesa, non in euro, in valore assoluto, ma in termini relativi rispetto alle vendite che si registrano normalmente negli altri mesi. I giochi, primi in classifica, a dicembre registrano un rialzo delle vendite del 70,7% rispetto a quelle di novembre, gioielli e orologi, che evidentemente in pochi acquistano durante l’anno, sotto Natale risalgono del 67,6% (la voce include anche fiori e piante), i profumi del 63,3%.
Gli alimentari sono solo in undicesima posizione, +28,7%, come nel 2016. “La voce – spiegano da Unc – include sia l’incremento di spesa che si registra per il pranzo di Natale sia i regali a base di cibo, come i prodotti di pasticceria ed i vari dolciumi. Ovviamente va considerato che la voce alimentare è una spesa consistente per le famiglie durante tutto l’anno, a differenza di prodotti più specificatamente natalizi come i giocattoli, da qui il rialzo di spesa minore”.