Notiziario Notizie Italia Negozi sempre aperti: Di Maio pronto a riesaminare lavoro festivo contro sfruttamento. Scoppia polemica

Negozi sempre aperti: Di Maio pronto a riesaminare lavoro festivo contro sfruttamento. Scoppia polemica

21 Giugno 2018 10:24

Di Maio, lavoro festivo

“Certo”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha risposto così alla domanda se il governo sia pronto ad aprire un tavolo per rivedere il decreto Salva Italia di Monti che ha liberalizzato gli orari di lavoro e il lavoro festivo nel commercio. Il vicepremier intende aprire un tavolo per ridiscutere il decreto che ha permesso a partire dal 2012 la liberalizzazione completa delle aperture dei negozi. E’ necessario “combattere la precarietà, eliminare lo sfruttamento”, ha spiegato Di Maio. Ma all’annuncio è scoppiata la polemica tra chi è favorevole e chi è contrario ai negozi sempre aperti.

Confcommercio condivide l’ipotesi di un intervento di regolazione delle aperture festive nel commercio. “Le liberalizzazioni – ha commentato Enrico Postacchini, membro di Giunta con delega alle politiche commerciali – non hanno portato né maggiore fatturato né un incremento occupazionale. Il fatturato si è spalmato su più giorni nella settimana”. Lo dimostrano anche i dati raccolti da Confesercenti qualche mese fa. La liberalizzazione ha indotto non un aumento dei consumi ma soltanto un cambiamento delle abitudini di acquisto, che si sono concentrate nel weekend. Un cambiamento che ha sfavorito i piccoli commercianti. Secondo le stime di Confesercenti, con la deregulation i piccoli negozi hanno perso oltre il 3% di quote di mercato a favore della grande distribuzione. In altri termini, si tratta di circa 7 miliardi di euro di vendite travasate dai negozi alla GDO. E molti piccoli commercianti sono stati costretti a chiudere: dal 2012 ad oggi l’aumento di competizione innescato dalla deregulation ha portato alla cessazione di almeno 90mila piccoli negozi, che non sono stati in grado di competere con le aperture 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Contrario a un intervento invece il Codacons, secondo cui se il ministro Di Maio vieterà il lavoro domenicale nel settore del commercio, migliaia di piccoli negozi saranno condannati a chiudere i battenti. “In un momento in cui i consumi delle famiglie stentano a ripartire e il commercio soffre una pesante crisi delle vendite, vietare le aperture domenicali appare sbagliato – spiega il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – Una fetta consistente di negozi riesce a sopravvivere proprio grazie agli acquisti che i consumatori fanno nei giorni di festa, quando cioè le famiglie sono libere di uscire e girare per le vie dello shopping e i centri commerciali”. Secondo l’associazione dei consumatori, quindi, la soluzione non può essere il blocco delle liberalizzazioni, soprattutto quando incombe l’e-commerce. E’ bene però, e su questo punto è d’accordo con Di Maio, combattere il precariato e lo sfruttamento dei lavoratori magari optando per il lavoro domenicale su base volontaria, con il pieno riconoscimento dei diritti dei lavoratori.

Decisamente contrario a un intervento sulla deregulation dei negozi l’Unione Nazionale dei Consumatori, secondo cui sarebbe come tornare all’età della pietra. “E’ incredibile che con tutti i problemi che abbiamo in Italia si discuta ancora di togliere una norma di libertà che consente al commerciante di aprire quando vuole il suo negozio” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, criticando anche la posizione di Confcommercio e Cisl. “Non possiamo tornare all’età della pietra e alle restrizioni tipiche di un’economia dirigistica che non funziona più in nessun paese al mondo” conclude Dona.

Il tema è delicato e riguarderebbe quasi 3,5 milioni lavoratori tra tutti i settori in Italia. Se le aperture domenicali sembrano ormai acquisite da gran parte del settore, sulle festività nazionali è ferma al Senato una proposta di legge per prevedere almeno sei chiusure su 12 festività individuate (Natale, Capodanno, eccetera).