Netflix, abbonamenti salgono. Ma Disney Plus anticipa tempi in Italia ed Europa e l’aspetta al varco
Per certi versi confortanti, per altri deludenti: i numeri del bilancio di Netflix del quarto trimestre del 2019 non hanno fatto sicuramente scalpore, né in senso positivo, né in senso negativo. Ma il primato del colosso americano di servizi di streaming tv rischia sempre di più la concorrenza nel mercato di cui, per ora, è ancora leader. Leader però non più incontrastato. L’altrettanto colosso Disney è pronto a erodere, infatti, le sue quote di mercato nel settore. E la guerra tra i due titani è destinata a farsi più feroce, se si considerano le notizie arrivate nelle ultime ore.
Walt Disney ha deciso infatti di lanciare il proprio servizio di streaming Disney Plus in Europa prima del tempo. La sua pay tv arriverà in Europa e in Italia in anticipo, il prossimo 24 marzo, una settimana prima della data precedentemente fissata al 31 marzo.
Disney Plus approderà nel Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Italia, Spagna, Austria e Svizzera: I prezzi degli abbonamenti sono stati confermati a 6,99 euro (o 5,99 sterline in UK) al mese, e a 69,99 euro e 59,99 sterline in UK all’anno. Il servizio debutterà negli altri mercati dell’Europa occidentali, Belgio, Paesi Nordici e Portogallo inclusi, durante l’estate.
Il debutto ufficiale di Disney Plus è avvenuto negli Stati Uniti lo scorso 12 novembre e, a parte qualche problema tecnico iniziale, si è rivelato subito un grande successo nel paese tanto che, alla fine di novembre, erano già 24 milioni gli abbonati in Usa.
Il servizio è stato lanciato con quasi 500 film e 7.500 puntate di programmi televisivi firmati Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e altri nomi importanti. Disney Plus ha offerto anche contenuti originali come la serie di StarWars “The Mandalorian”, “High School Musical: The Musical: The Series”, “The World According to Jeff Goldblum” , “Lady and the Tramp”.
Disney Plus non è certo l’unica minaccia per Netflix. Altre hanno il nome di Apple TV, Amazon e Hulu.
In attesa dei risultati di bilancio che sono stati comunicati ieri dopo la fine delle contrattazioni a Wall Street, Michael Hewson, analista di CMC Markets UK, aveva fatto notare che “Netflix sta già investendo maggiori risorse sui contenuti, al fine di mantenere la propria posizione di mercato”. Lo stesso aveva però anche aggiunto: “affinché questa posizione possa essere mantenuta in modo sostenibile, (Netflix) deve veder crescere i nuovi abbonati a un ritmo molto più veloce rispetto alle sue rivali”. Ricordando che, “nel mese di ottobre, Netflix si è indebitata di $2 miliardi per finanziare il lancio di nuovi contenuti” e che “l’obiettivo è quello di spendere $18 miliardi nel corso dei prossimi 12 mesi”.
Ce la farà Netflix a mantenere il suo primato nel mercato di servizi di streaming? Per ora gli abbonamenti hanno più che tenuto.
Dai risultati di bilancio del quarto trimestre del 2019 è emerso che, negli Usa, gli abbonamenti sono cresciuti di 550.000 unità, meno rispetto ai +589.000 attesi da FactSet. A livello globale, tuttavia, gli abbonamenti sono balzati di 8,33 milioni, ben oltre la crescita di 7,17 milioni prevista.
La guidance per il primo trimestre del 2020 fornita dal colosso è stata però tutto fuorché eccitante: Netflix prevede un utile per azione di $1,66 su un fatturato di $5,73 miliardi, rispetto agli $1,20 di attivo per azione e $5,76 miliardi di fatturato attesi dal consensus. Il giro d’affari dovrebbe dunque risultare inferiore alle stime. Inoltre, la crescita degli abbonati è attesa di 7 milioni di unità nel primo trimestre, inferiore ai +7,86 milioni di nuovi abbonati previsti dal consensus.
La chiave sarà tutta nel prezzo: a fronte dei 70 euro del costo dell’abbonamento annuale di Disney +, rimane il fatto che l’abbonamento annuale a Netflix può costare fino a 95,88 euro (per l’abbonamento base) e fino a 167,80 euro per l’abbonamento Premium. Una differenza non proprio irrisoria.