Nodo valutazione rete e non solo, ecco le risposte che il mercato attende dal nuovo piano TIM
A Piazza Affari occhi puntati su Tim che al momento si muove in rialzo dello 0,5%, in attesa del Capital Market Day (CMD) di domani in cui il gruppo presenterà il piano industriale incentrato, come da volontà di Labriola, sulla separazione degli asset di rete fissa e di Sparkle dal resto del gruppo. Il consiglio di amministrazione di Tim, dopo aver firmato a maggio il protocollo d’intesa con Cdp e con i fondi Kkr e Macquarie per proseguire con la realizzazione della rete unica, ha come obiettivo anche la riorganizzazione del business del gruppo e questo tramite la divisione tra la NetCo e la ServCo.
A riguardo uno dei temi caldi riguarda proprio la valutazione degli asset del gruppo e Reuters ritiene che Tim potrebbe ottenere una valutazione di almeno 25 miliardi di euro, debito compreso, dal progetto di separazione degli asset di rete fissa e di Sparkle dal resto del gruppo. A questa valutazione si contrappone quella fatta da Vivendi, principale azionista di Tim che valuta gli asset di rete del gruppo a circa 31 miliardi di euro. La valutazione dell’infrastruttura di Tim è uno dei punti cardine del negoziato tra Tim e Open Fiber in quanto una valutazione più alta del gruppo potrebbe complicare l’operazione di rete unica.
Per quanto riguarda il piano rete unica nazionale l’obiettivo di Tim è quello di arrivare entro la fine di ottobre ad un accordo vincolante per stabilire la creazione della rete unica in collaborazione con Open Fiber. In tal senso, Cdp che detiene il controllo del 60% di Open Fiber ed è il secondo azionista di maggioranza di Tim, in base al progetto diventerebbe l’azionista di controllo della rete unica, mentre Tim secondo quanto riferito da alcune fonti potrebbe uscire del tutto o mantenere il controllo solo di una piccola quota.
Aspettando di aver maggior dettagli dopo il CMD di domani, Reuters ha riportato alcune indiscrezioni sulla separazione societaria tra l’infrastruttura di rete e il business dei servizi di Tim. Secondo l’agenzia britannica, nella nuova società infrastrutturale di Tim andrebbero a confluire 21 mila dipendenti, circa la metà dei 42.500 dipendenti del gruppo, oltre che 10-11 miliardi del debito di Tim, che al 31 marzo di quest’anno ammontava a 23 miliardi di euro.
Gli analisti di Equita, che mantengono un giudizio Hold e target price a 0,39 euro dal CMD di domani si aspettano un chiarimento definitivo sul perimetro di NetCo e ServCo. Inoltre su ServCo ci si aspetta che siano delineati meglio i trend di mercato sia per quanto riguarda il mondo business (EnterpriceCo) che lato Consumer. Un altro elemento su cui gli analisti di Equita si aspettano delle indicazioni riguarda le assegnazioni delle gare del Pnrr che potrebbe richiedere un flusso di cassa maggiore nel periodo 2022-2023 per poi andare a calare post 2026 per effetto dell’upgrade realizzato grazie ai fondi europei. L’altro elemento da attenzionare è un aggiornamento che potrebbe arrivare domani sullo stato della negoziazione con DaZn per rivedere i minimi garantiti del contratto per il calcio. Equita si aspetta inoltre “un aggiornamento sulle guidance di gruppo e domestiche e indicazioni su FCF e debito netto per fine anno (non fornite nel piano di marzo)”.