Nomisma: la maggior parte delle famiglie italiane non riesce a sostenere spese primarie
La maggior parte delle famiglie italiane ritiene il proprio reddito inadeguato per far fronte a bisogni primari quali la spesa, l’affitto, il mutuo, Così l’ultima indagine di Nomisma secondo cui in particolare, le “famiglie sandwich”, ossia quelle che, per posizione generazionale, ogni giorno si prendono cura allo stesso tempo dei figli e dei genitori, sono la categoria più sensibile a questo tipo di difficoltà.
Ben il 74% difatti si trova in condizioni di disagio economico, di cui il 41% anche a causa di una diminuzione del reddito complessivo percepito dalla famiglia nell’ultimo anno. Tra le cause che concorrono all’inadeguatezza del reddito famigliare, emergono tre questioni focali: il disallineamento tra il reddito e il costo della vita (65%), le difficoltà lavorative (sia quelle causate dalla pandemia, sia quelle non causate dall’emergenza sanitaria, entrambe pari al 9%) e le spese elevate non legate alla casa (8%).
Chi è anziano, solo e senza reti sociali vive la questione economica come decisiva per il proprio equilibrio di vita, ragione per cui l’80% delle famiglie unipersonali over 70 intervistate individua nella sproporzione tra reddito percepito e costo della vita il motivo dell’inadeguatezza delle proprie entrate, situazione percepita analogamente dalle famiglie con figli (68%). Anche di fronte ad un miglioramento generale delle condizioni economiche, testimoniato dalla minore percentuale di chi dichiara che non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 5.000 – 20% rispetto al 24% dello scorso anno – si registra un lieve peggioramento della percezione della capacità di affrontare eventuali problemi come la perdita di lavoro o la perdita di autonomia di un componente della famiglia.
I dati della ricerca di Nomisma si intrecciano ai risultati resi noti oggi dall’Ocse sui redditi reali delle famiglie che, secondo l’organismo per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale, è sceso dell’1,1% nel primo trimestre 2022, in contrasto con una crescita dello 0,2% del Pil. Tra le economie del G7, l’aumento dei prezzi al consumo sui nuclei famigliari ha avuto un impatto particolarmente forte in Francia, dove il reddito delle famiglie è crollato dell’1,9% e in Germania, dove è crollato dell’1,7%. L’inflazione che ha colpito le famiglie ha contribuito ad una forte riduzione del reddito reale anche altrove in Europa, in Austria (-5,5%) e Spagna (-4,1%). E l’Italia? Il nostro paese appare in netto miglioramento con +0,3% nel primo trimestre 2022 contro il +0,4% del quarto trimestre 2021.