Novembre, la maratona delle tasse: in arrivo 57 mld di euro dalle imprese
Novembre da incubo sul fronte tasse. Dagli acconti Ires e Irpef ai versamenti dell‘Iva, dall’Irap al pagamento delle addizionali regionali, comunali in quella che è una vera maratona per le imprese. Il mese di novembre è da sempre il periodo dell’anno più “impegnativo” nei rapporti economici con l’erario: i possessori di altri redditi ma soprattutto gli imprenditori e i lavoratori autonomi saranno chiamati a corrispondere al fisco poco più di 57 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal documento pubblicato dall’ufficio studi della Cgia.
“A causa dei mancati pagamenti, una buona parte delle 950 mila aziende che lavora per la Pubblica amministrazione deve ancora incassare 57 miliardi di euro – sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi della Cgia -. Con poca liquidità a disposizione e il perdurare delle difficoltà di accesso al credito, per questi imprenditori non sarà facile recuperare i soldi per pagare le tasse. E’ per questo che chiediamo al Governo Conte di trovare una soluzione. Se non si riesce a saldare questi fornitori entro i tempi stabiliti per legge, si consenta a questi ultimi almeno la compensazione tra i crediti vantativerso la Pa e le imposte dovute al fisco. Per queste realtà sarebbe un grosso toccasana”.
Secondo i risultati emersi dalle ultime indagini campionarie riportate dalla Banca d’Italia nella “Relazione annuale 2017”, lo stock di debiti commerciali in capo all’Amministrazione pubblica italiana sarebbe sceso da 64 a 57 miliardi di euro. E in attesa che il ministero dell’Economia riesca finalmente a dimensionarli con esattezza, si ipotizza, al netto della quota riconducibile ai ritardi fisiologici (ovvero entro i 30/60 giorni come previsto dalla legge), che le imprese fornitrici vanterebbero 27 miliardi di crediti dalla Pa.
L’Iva, l’imposta più onerosa
A novembre l’imposta più onerosa che le imprese e i lavoratori autonomi si preparano a sborsare è quella dell’Iva che comporterà un incasso per l’erario di 15 miliardi di euro. Al secondo posto l’acconto Ires in capo alle società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative): queste ultime anticiperanno al fisco 14 miliardi. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, “daranno” al fisco le ritenute per un importo pari a 11,5 miliardi. L’acconto Irpef, invece, costerà alle aziende 7,4 miliardi, mentre l’Irap implicherà un prelievo di 6,5 miliardi. Infine, le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l’addizionale regionale Irpef “peserà” in entrambi i casi per poco più di 1 miliardo di euro. L’addizionale comunale Irpef e le ritenute bonifici detrazioni Irpef, infine, preleveranno dalle casse delle aziende rispettivamente 400 e 177 milioni.