NY Times: possibile break up Fiat Chrysler, contatti con Cina. E titolo corre su rumor spin off Maserati
FCA torna a correre, in preda a nuovi rumor. Sul Ftse Mib di Piazza Affari il titolo balza di quasi +5%, a 12,02 euro.
Stavolta, a parlare di quello che potrebbe essere il futuro della casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne, sono sia Bloomberg che il New York Times. Bloomberg riporta indiscrezioni secondo cui FCA si starebbe focalizzando al momento non tanto sulle operazioni di M&A, quanto su un piano di spin off che coinvolgerebbe i brand Maserati e Alfa Romeo e i componenti auto. (e che potrebbe essere propedeutico a una eventuale futura operazione di M&A)
A tal proposito, gli analisti intervistati dall’agenzia di stampa hanno precisato che gli asset di auto di lusso potrebbero valere circa 7 miliardi di euro, mentre Magneti Marelli e altri componenti potrebbero raggiungere un valore di 5 miliardi.
“Le discussioni- scrive Bloomberg – stanno procedendo, diverse le opzioni in corso di valutazione, tra cui la separazione da una o più divisione di componenti”. Questo, in linea con un piano che avrebbe come fine quello di “liberare valore a favore della famiglia Agnelli e di altri azionisti”.
Il New York Times si concentra sui rumor dei giorni scorsi che hanno visto protagonista un eventuale interesse dei produttori cinesi di auto per FCA, in primis Great Wall Motors. Quest’ultima ha ammesso di essere interessata alla totalità degli asset del gruppo, dunque non solo al marchio Jeep come inizialmente trapelato, prima di spegnere tuttavia gran parte delle indiscrezioni, nel sottolineare ieri che non ci sono stati ancora contatti con il board di FCA.
“Fiat Chrysler Is at a Crossroads. It’s Looking to China for a Solution”, scrive il New York Times. Ovvero “Fiat Chrysler è a un bivio. Sta guardando alla Cina in cerca di una soluzione”.
Il quotidiano ricorda che “negli Stati Uniti serpeggia una certa perplessità nei confronti di FCA che, “per la seconda volta in due mesi, ha annullato le celebrazioni ufficiali di una fabbrica riorganizzata per le Jeep Cherokees, in occasione delle quali l’Ad Sergio Marchionne sarebbe stato sotto i riflettori”.
Evidentemente, “all’orizzonte di Jeep e Fiat Chrysler ci sono cose più grandi, incluso un possibile spezzatino dell’azienda”.
Il New York Times continua: “per mesi, stando a due dirigenti della società, Fiat Chrysler ha discusso con un numero di aziende cinesi in merito alla possibilità di investimenti o di altri accordi aventi per oggetto la divisione di pickup Ram e ol marchio Jeep”. Tanto che “già all’inizio dell’anno, Fiat Chrysler aveva inviato un team specializzato in M&A in Cina”, e aveva contattato diverse aziende.
Tutto ciò secondo i rumor lascia pensare che “un investimento o una partnership che vedesse coinvolto un produttore di auto cinese potrebbe preludere a un accordo di più ampia portata”.
Contattato dal quotidiano newyorchese Giuseppe Berta, professore di storia economica presso la Bocconi di Milano e consulente di lunga data degli archivi storici di Fiat, ha sottolineato che potrebbe essere il presidente di FCA, John Elkann, a spingere per un accordo di più ampia portata prima delle dimissioni di Marchionne, attese per l’anno prossimo.
“Quello che stiamo vedendo ora è un forte desiderio da parte della proprietà di vendere FCA – ha detto Berta – e credo che ci sia una sola chance, ovvero quella di lanciare uno spezzatino dell’azienda“.
Il professore ha ricordato che, d’altronde, fu lo stesso Marchionne, due anni fa, a dire che, in generale, il settore automobilistico stava consumando “troppo capitale”.
Kristin Dziczek, analista del Center for Automotive Research, ha a sua volta puntualizzato che FCA presenta tuttora un livello significativo di debiti, che potrebbe ostacolare la sua capacità di investire su nuove tecnologie e nuovi modelli.
“E ciò non è di buon auspicio per gli investimenti in prodotti futuri”.