Ocse: in Italia lavoratori poco competenti e preparati, basso il numero di laureati
In Italia manca un’adeguata preparazione dei lavoratori, che troppo spesso di trovano a svolgere mansioni senza competenza. E’ ciò che emerge dal rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sulla “Strategia per le competenze” per l’Italia, secondo cui sono necessari maggiori sforzi nel campo dell’istruzione e dell’insegnamento affinché si migliori l’occupazione e l’economia del Paese.
Il rapporto afferma che l’Italia sta combattendo più di altre economie avanzate per passare verso una società fiorente e dinamica basata sulle competenze. “La mancata corrispondenza delle competenze è pervasiva in Italia”, denuncia l’Ocse. Circa il 6% dei lavoratori risulta avere una scarsa preparazione rispetto al lavoro che svolge e il 21% è sotto qualificato, mentre addirittura il 35% è occupato in un settore non correlato ai propri studi. Ma esistono anche casi in cui i lavoratori hanno competenze superiori alla mansione svolta (11,7 per cento) e sono sovra-qualificati (18 per cento).
Male impiegati, ma anche male istruiti. Lo studio snocciola dati preoccupanti anche sull’educazione scolastica. Il numero di italiani di 25-34 anni con istruzione universitaria è solo del 20%, contro la media dell’Ocse del 30%. Non solo. Oltre 13 milioni di adulti, vale a dire il 40% della popolazione adulta italiana, hanno una scarsa capacità di calcolo e di alfabetizzazione. E poi quasi uno su quattro giovani italiani, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, non sono impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione. Si tratta del secondo tasso più elevato nell’Ocse.
“L’attuazione completa ed efficace delle recenti riforme, incluso il Job Act e la riforma della Buona scuola, contribuirebbe a stimolare la crescita in Italia migliorando le competenze delle persone”, afferma l’Ocse. Il rapporto, presentato oggi a Roma dal segretario generale dell’Organizzazione, Angel Gurría, accanto al ministro delle finanze italiane Pier Carlo Padoan e al Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio de Vincenti, individua le aree prioritarie per l’azione futura. Questi includono l’aumento degli investimenti nell’istruzione superiore e nella formazione professionale, incoraggiando le aziende a investire in risorse di formazione.