Ocse: pressione fiscale scende al 42,9%, ma Italia rimane tra i paesi più tassati
Scende, anche se marginalmente la pressione fiscale in Italia. Il rapporto annuale Ocse sulle entrate fiscali, evidenzia come nel 2016 in Italia la pressione fiscale è calata al 42,9% del Pil rispetto al 43,3% dell’anno precedente. Una parziale consolazione per gli italiani che continuano a risultare tra i più tassati dell’area Ocse nonostante il progressivo calo della pressione fiscale negli ultimi anni.
Nel 2005 era al 39,1%
Nel 2000 la tassazione nel Belpaese risultava del 40,6%, con un minimo toccato al 39,1% nel 2005 prima di intraprendere un percorso di inasprimento fiscale che ha portato a un picco del 44,1% nel 2013.
In Danimarca tasse al top, Messico virtuoso con pressione al 17,2%
La Danimarca risulta il Paese i cui cittadini sono più tartassati, con una pressione fiscale al 45,94%, davanti a Francia (45,27%) e Belgio (44,18%). Subito fuori dal podio altri due paesi nordici, Finlandia e Svezia, entrambe al 44,1%, che precedono l’Italia che si posiziona quindi al sesto posto.
In coda alla classifica, ossia i paesi dove il livello di tassazione è più basso, spicca il Messico (17,2%), seguito da Cile (20,4%) e Irlanda (23%).
Complessivamente, il rapporto tra entrate fiscali e PIL è aumentato nel 2016 nei paesi Ocse portandosi al 34,3%, rispetto al 34% del 2015. L’aumento dei livelli di tassazione del PIL è stato osservato in 20 dei 33 paesi dell’OCSE che hanno fornito dati preliminari nel 2016, mentre i livelli di tassazione del PIL sono diminuiti nei restanti 13 paesi.
Nel 2016 i maggiori aumenti del rapporto tra gettito fiscale e PIL sono stati osservati in Grecia (2,2 punti percentuali) e nei Paesi Bassi (1,5 punti percentuali).