Oggi giorno X per manovra. Italiani spaventati, temono prelievo forzoso su conti correnti e scappano in Svizzera
Giornata cruciale per il futuro dell’Italia e della stessa Unione europea, soprattutto per gli sviluppi che da essa si dipaneranno. E’ atteso per oggi il verdetto della Commissione europea sulla legge di bilancio varata dal governo M5S-Lega, dopo il botta e risposta con scambi di missive tra Bruxelles e Roma.
Ieri Giovanni Tria ha risposto alla lettera di chiarimenti che, la scorsa settimana, gli era stata recapitata personalmente dal Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici. Una lettera dove i toni severi erano più che evidenti, visto che l’Unione europea ha fatto riferimento in modo chiaro a “una deviazione senza precedenti (della legge di bilancio) nella storia del Patto di stabilità e di crescita.
Nella missiva con cui ha risposto alle osservazioni di Bruxelles, Tria ha confermato che la manovra resterà così com’è, nonostante tutto, parlando di scelta difficile ma necessaria, per ridare impulso alla crescita dell’economia italiana.
Oggi, tra le 15 e le 15.30, si attende la reazione ufficiale della Commissione Ue. A parlare di bocciatura, è stato lo stesso vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ieri, dopo una cena con l’altro vicepremier Luigi Di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, seguita all’ennesimo vertice sulla manovra a Palazzo Chigi, ha detto che, a suo avviso, “la bocciatura della manovra è pressoché certa”. Aggiungendo comunque, sicuro di sé, che “se uno è convinto di quello che fa, come noi, va avanti” .
Eppure secondo le indiscrezioni l’esecutivo avrebbe già un piano B da sfoderare, nel caso in cui lo spread schizzasse alle stelle, e se il giudizio sul rating del debito italiano atteso per venerdì di Standard & Poor’s fosse più minaccioso di quello di Moody’s.
Ne parla il quotidiano Il Messaggero, facendo riferimento a una “manovra di scorta”. Così si legge nell’articolo:
“Se le cose si dovessero mettere davvero male, il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero potrebbero essere rinviati, o diluiti. Questo perché, con i tassi d’interesse in pericolosa ascesa e il sistema bancario sull’orlo del tracollo, il ritorno elettorale (alle elezioni europee di maggio) delle due misure volute da 5Stelle e Lega rischierebbe di essere cancellato. Meglio dunque in questo caso, per Salvini, schiacciare sul pedale del freno. Più cauto Di Maio che non si dà pace all’idea di dover rinviare, o limitare, il reddito. Questo, appunto, è il piano B. Quello che scatterebbe se venerdì Standard & Poor’s dovesse praticare un declassamento del debito italiano più violento di quello di Moody’s e se i mercati, dopo la prevista e scontata bocciatura della manovra economica oggi da parte della Commissione Ue non dovessero concedere margini d’azione”.
Insomma, dovrebbero essere ancora i mercati a dire l’ultima parola, in un contesto che già desta preoccupazioni, se si considera la fuga degli investitori dall’Italia. E a fuggire, in base a quanto emerso dagli ultimi dati di Bankitalia, non sono solo gli investitori stranieri. Un articolo del Corriere del Ticino di Lugano, dopo aver contattato diversi gestori patrimoniali italiani, scrive:
“A nutrire timori sono anche i risparmiatori italiani che, spaventati dalle misure messe sul tavolo dai giallo-verdi, si preparano a mettere al sicuro i propri risparmi. La meta, ancora una volta, è la Svizzera. Non si tratta però di eludere il fisco. Anzi, i clienti starebbero trasferendo i loro patrimoni alla luce del sole (passaggio necessario dopo la Voluntary Disclosure del 2015), attraverso i regolari canali bancari – bonifici, trasferimenti titoli – con lo scopo di proteggere i loro risparmi da un eventuale prelievo forzoso sui conti correnti, come fece il governo Amato nel 1992. Si tratta quindi di operazioni regolari e lecite, poiché ogni risparmiatore può depositare i propri accumuli in qualsiasi banca del mondo nel rispetto delle leggi antiriciclaggio e sui trasferimenti valutari. A confermarlo al Corriere del Ticino sono alcuni dipendenti di banca italiani, secondo cui sono diversi i clienti che si stanno interessando al trasferimento di capitali verso la Confederazione. “La Svizzera è un porto sicuro – ci spiegano – e i risparmiatori temono soprattutto le ripercussioni della manovra sui beni accantonati”.
“Senza fondi, il Governo potrebbe decidere di rivalersi sui depositi dei cittadini, mettendo in atto un prelievo forzoso. E gli italiani hanno ancora nella mente quando a mettere loro le mani in tasca fu, oltre un ventennio fa, il Governo guidato da Giuliano Amato. Una decisione senza precedenti: applicare una patrimoniale sui conti correnti degli italiani, il famoso 6 per mille sui capitali, dopo una svalutazione della lira che mise in ginocchio le finanze del Paese”.
Così, intervistato dal Corriere del Ticino, parla Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese (ABT), confermando il fermento palpabile nelle banche svizzere:
“Ci sono diversi elementi del documento che lasciano perplessi, sia riguardo al futuro del Governo stesso, sia nei confronti di chi dovrà pagare la manovra. Se gli obiettivi di spesa sono chiari, non altrettanto lo sono le indicazioni su dove si andrà a recuperare le risorse”. Pertanto, “è assolutamente comprensibile il timore dei risparmiatori italiani. L’aumento dello spread significa vedere scendere i propri risparmi e già questo rappresenta un elemento concreto di preoccupazione”.
Inoltre,”si aggiunge l’esigenza di riuscire a diversificare gli investimenti: in un Paese politicamente instabile come l’Italia, diversificare anche solo il conto in un Paese estero permette di spostare il rischio, diminuendolo. In questo senso, la Svizzera ha sempre qualche carta interessante da giocare”. È bene infatti ricordare che “la logica del risparmiatore si basa sulla sicurezza: ancora prima di valutare i rendimenti, si cerca di posizionarsi laddove ci sono basi più sicure”.