Outlook sulle sofferenze: nel 2019 le nuove sofferenze torneranno ai livelli pre-crisi
Nei prossimi due anni, la percentuale dei crediti alle imprese che entrano nello stato di sofferenza continuerà a scendere, fino ad attestarsi su valori molto vicini ai livelli pre-crisi. È quanto emerge dall’Outlook sulle sofferenze delle imprese realizzato da Cerved e ABI (Associazione Bancaria Italiana).
Quello in corso rappresenta un trend positivo, riporta la nota di presentazione dello studio, “che rafforza la netta inversione di tendenza registrata nel 2017, quando, per la prima volta dall’inizio della crisi, il monte delle sofferenze accumulate dalle banche italiane ha segnato una forte diminuzione (-26% in termini netti, dopo che nei precedenti otto anni era quadruplicato), insieme al tasso di nuove sofferenze, sceso dal 3,8% del 2016 al 3,2%”.
A livello settoriale, l’industria ha visto un’accelerazione del miglioramento iniziato nel 2014, con il tasso di ingresso in sofferenza sceso al 2,4%, contro il 3% dell’anno precedente. Nel caso dei servizi, i tassi di ingresso in sofferenza si sono ridotti dal picco del 3,6% al 3% mentre per il settore delle costruzioni, che arriva da otto anni di costante crescita, il dato è passato dal 6,1% al 5,2% del 2017.
Dal punto di vista territoriale, è proseguita la dinamica positiva nel Nord-Est, con un calo dei tassi dal 2,7% al 2,2%, e nel Nord-Ovest, dal 3,2% al 2,5%, mentre nel Centro-Sud, dove le nuove sofferenze erano risultate in crescita per tutto il 2016, si registra una riduzione dei tassi di quasi un punto nel Mezzogiorno e Isole (dal 5,4% al 4,5%) e di oltre mezzo punto nel Centro Italia (dal 4,7% al 4,1%).
“Le nostre stime indicano che le banche e le imprese non finanziarie stanno progressivamente smaltendo le difficoltà che hanno accumulato negli anni peggiori della crisi economica e che il tasso di nuove sofferenze nel 2019 tornerà a livelli simili a quelli registrati prima della recessione”, ha commentato Marco Nespolo, Amministratore delegato di Cerved .
“La questione della gestione dell’elevato ammontare di crediti deteriorati ereditati con la crisi è in via di accelerata soluzione e le banche italiane possono tornare a guardare con ottimismo al futuro, concentrandosi sulla crescita delle attività a supporto del settore produttivo”, ha invece sottolineato Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell’ABI.
Lo scorso anno, lo stock di sofferenze accumulate dalle banche italiane, che in termini lordi si erano quintuplicate tra 2008 e 2016 (da 41 a 201 miliardi di euro), si è attestato a 167 miliardi, -17% rispetto a fine 2016. Indicazioni in questo senso arrivano anche dalle sofferenze nette, scese a fine 2017 a 64 miliardi di euro, contro gli 87 di 12 mesi prima (-26%).
In base alle previsioni dell’Outlook Abi-Cerved, la discesa dei tassi di ingresso in sofferenza proseguirà per tutto il prossimo biennio. Nel 2019 i tassi di ingresso in sofferenza torneranno vicini ai livelli pre-crisi in tutte le fasce dimensionali, con l’eccezione delle microimprese.