Paure europee nella parola che appare 20 volte nei verbali Bce. E Ing teme effetti sblocco licenziamenti
I verbali pubblicati dalla BCE illustrano che la BCE non ha intuizioni esclusive su come contrastare la crisi e la conclusione dall’analisi dei dati disponibili è che l’economia della zona euro vedrà un netto rimbalzo iniziale, mentre la forma della successiva ripresa è tutt’altro che chiara. La parola “incertezza” appare ben 20 volte nel verbale.
Durante la discussione sulle prospettive economiche, la BCE ha fatto l’importante distinzione tra rimbalzo e ripresa, ad esempio affermando che “è importante sottolineare che, sebbene l’attività economica stesse guadagnando slancio, non c’era spazio per l’autocompiacimento”. Il fatto che le prospettive di crescita e inflazione nelle proiezioni di giugno fossero “condizionate a un sostanziale sostegno della politica monetaria, mentre qualsiasi inasprimento prematuro delle condizioni finanziarie potrebbe mettere a rischio la ripresa in corso”, mostra che l’attuale orientamento monetario è destinato a restare ancora a lungo.
C’è stata un po’ di controversia durante la discussione. Alcuni membri della BCE hanno affermato che la dimensione totale degli acquisti di PEPP (1,35 trilioni di euro) dovrebbe essere “considerata un tetto piuttosto che un obiettivo”. Gli oppositori al quantitative easing non hanno quindi ancora rinunciato alla loro resistenza.
Guardando al futuro, gli ultimi commenti di alti funzionari della BCE all’inizio di agosto hanno sottolineato che la BCE rimane in stato di massima allerta. Il capo economista Bce, Philip Lane, ha sottolineato che la BCE si aspetta una ripresa molto graduale dopo il rimbalzo iniziale e ha suggerito una chiara volontà di fare di più, se necessario, per riportare l’inflazione al target.
Le attese per settembre
La prossima riunione della BCE è a settembre e “arriverà probabilmente troppo presto per prendere una posizione più netta sull’andamento della ripresa, ma creerà sicuramente qualche grattacapo in più per quanto riguarda le prospettive di inflazione”, rimarca Carsten Brzeski di Ing che rimarca come l’apprezzamento del tasso di cambio dell’euro nei mesi estivi potrebbe abbassare le previsioni di inflazione in modo quasi meccanico tra 0,2 e 0,4 punti percentuali. Ricorda che nelle previsioni di giugno, l’inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,8% nel 2021 e all’1,3% nel 2022.
“Poiché l’incertezza non sarà definitivamente scomparsa alla riunione di settembre, la riunione arriverà troppo presto per una nuova azione. Tuttavia, nuove revisioni al ribasso delle previsioni di inflazione potrebbero essere lo stimolo per nuovi stimoli monetari prima della fine dell’anno”, argomenta l’esperto di Ing.
Il nodo lavoro
Così come il blocco dei licenziamenti in Italia, simili programmi di conservazione del lavoro in altri paesi Europei dovrebbero terminare nel quarto del 2020 e nel primo trimestre del 2021. La conseguenza sarà che il tasso di disoccupazione inizierà a riflettere alcuni degli enormi danni economici causati dal Covid-19.
La disoccupazione è rimasta artificialmente bassa durante la pandemia di Covid-19, con i governi europei che sono intervenuti per sovvenzionare i salari e mantenere i lavoratori sul libro paga. Il capo economista di Ing, Carsten Brzeski, ritiene che questo comporterà conseguenze non lievi per il mercato del lavoro alimentando la possibilità di una doppia recessione per l’Europa.