Peggio scongiurato, aumento capitale Carige si farà. AD Fiorentino: su trattative hanno pesato fattori Bce e Creval
L’aumento di capitale si farà: per Banca Carige il peggio è stato scongiurato, attraverso una maratona di trattative che ha tenuto con il fiato sospeso politici, risparmiatori e, in generale, l’intero sistema finanziario del paese. Alla fine, l’accordo tra i soci e il consorzio di garanzia è stato trovato, con la decisione del primo azionista dell’istituto, Malacalza Investimenti, di firmare l’impegno a sottoscrivere l’aumento di capitale, coerentemente con la quota attualmente detenuta, pari al 17,6%.
Stesso impegno confermato dagli altri principali soci: Gabriele Volpi, attraverso la Compania Financiera Lonestar, ha confermato il proprio 6% e si è impegnato a salire al 9,9%, Aldo Spinelli ha deciso di sostenere l’aumento di capitale (attraverso la Spininvest) in relazione alla partecipazione detenuta, pari allo 0,45% e l’impegno di Gruppo Cooperative Liguria è arrivato in base alla quota posseduta dell’1,76%.
Banca Carige ha così firmato gli accordi di costituzione del consorzio di garanzia con le banche
Credit Suisse, Deutsche Bank e Barclays.
Esattamente, il consorzio è composto da Credit Suisse Securities Europe, Deutsche Bank London Branch in qualità di global coordinators e joint book runners e da Barclays Bank in qualità di co-global coordinator e joint book runner. Equita Sim affianca il consorzio di garanzia in qualità di co-garante, a sua volta supportata da accordi di “prima allocazione” o “pari passu” con il consorzio di garanzia, sottoscritti da primari investitori istituzionali.
A questo punto, inizia oggi la settimana dell‘aumento di capitale da 560 milioni: operazione che vedrebbe fare la loro parte, secondo alcune indiscrezioni, anche Intesa SanPaolo, Generali e UnipolSai, che parteciperebbero alla ricapitalizzazione convertendo le obbligazioni in azioni.
Ma una nota di polemica c’è: ed è quella che arriva con le dichiarazioni che l’AD del gruppo, Paolo Fiorentino, rilascia al Financial Times.
Fiorentino lo dice chiaramente: le trattative per mettere in sicurezza la banca sono state complicate dalla pubblicazione, lo scorso mese, dell’addendum della Bce, che contiene proposte, non ancora approvate, su come le banche dovranno, dal prossimo 1° gennaio, procedere agli accantonamenti per aumentare la copertura sul rischio rappresentato dai crediti deteriorati.
Si tratta di regole sostanzialmente più severe che, secondo Fiorentino, hanno inciso sul sentiment di mercato nei giorni precedenti di febbrili trattative. A ciò si è unito l’effetto dell’annuncio dell’aumento di capitale di 700 milioni di euro da parte di Creval, Credito Valtellinese, che ha una capitalizzazione di appena 140 milioni di euro.
“Questi due fattori in rapida successione – ha detto Fiorentino – hanno minacciato di chiudere il mercato istituzionale”.
Intanto, Banca Carige ha precisato che l’avvio dell’aumento è subordinato all’approvazione da parte della Consob del prospetto informativo relativo all’offerta e all’ammissione a quotazione delle azioni di nuova emissione e che comunque l’intenzione è quella di farlo partire il 22 novembre, con termine al 6 dicembre prossimo “chiedendo deroga rispetto al Calendario di Borsa che in questo caso indicherebbe quale data di inizio per l`esercizio dei diritti di opzione, lunedì 27 novembre”.
In base ai termini dell’operazione, l’istituto emetterà 49.810.870.500 nuove azioni ordinarie, prive di indicazione del valore nominale, aventi godimento regolare, da offrire in opzione agli azionisti ordinari e di risparmio della Banca e di stabilire il rapporto di opzione in numero 60 nuove azioni per ogni azione ordinaria e/o di risparmio posseduta.
Riguardo alla tranche di riserva, l’istituto ha deciso di emettere 6 milioni nuove azioni ordinarie, prive di indicazione del valore nominale, aventi godimento regolare, al prezzo di emissione di 0,01 euro per ogni nuova azione ordinaria. Il controvalore massimo della tranche riservata sarà pertanto pari a 60 milioni di euro.
Banca Carige ha precisato inoltre che l’aumento di capitale presenta un rapporto tra il prezzo teorico ex e il prezzo cum, stimato sulla base del prezzo di riferimento alla data in cui i termini dell’operazione di aumento di capitale sono annunciati, inferiore alla soglia di 0,3 e, pertanto la società ritiene, ai sensi della comunicazione Consob, che l’aumento debba considerarsi iperdiluitivo.