Pensioni d’oro, Di Maio alla Lega: “Se qualcuno non vuole attuare il contratto, lo dica”
Acque agitate all’interno della maggioranza di governo e oggetto del contendere sono le pensioni d’oro. Il tutto nasce dalla proposta presentata da Alberto Brambilla, economista e consigliere del segretario della Lega Matteo Salvini e contenuta in uno studio intitolato “Itinerari previdenziali” pubblicato da Repubblica.
La critica di Brambilla
Brambilla critica la proposta di legge depositata alla Camera il 6 agosto dai capogruppo di Lega e 5 Stelle Molinari e D’Uva, sostenendo che il ricalcolo contributivo delle pensioni superiori ai 4mila euro, 80mila euro lordi annui, non è la scelta migliore. L’economista critica soprattutto il taglio previsto nella proposta di legge giallo-verde che andrebbe a incidere soprattutto sugli assegni di anzianità di chi ha versato i contributi per 40 anni e oltre e il 70% dei tagli cadrebbe nel Nord Italia. “Questo potrebbe causare qualche problema all’elettorato della Lega” scrive nel suo studio Brambilla che boccia anche l’idea dei Cinque Stelle di usare il gettito derivante dai tagli per finanziare la “pensione di cittadinanza” da 780 euro al mese. Infine, critica ancora più pesante, tutta la proposta di legge anziché “smontare la Fornero” la rafforzerebbe “in peggio aumentandone la rigidità”.
La risposta del vicepremier Luigi Di Maio
Immediata la replica del vicepremier Luigi Di Maio che dall’Egitto dove si trova in visita afferma chiaramente di voler entrare in uno scontro. “Abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d’oro” – afferma Di Maio – “se qualcuno vuol dire che il contratto non si deve attuare lo dica chiaramente, altrimenti si va avanti”. “Ora si sta dicendo che colpisce le donne e i pensionati del Nord: sia ben chiaro che noi agiamo su persone che prendono da 4mila euro netti in su e non hanno versato i contributi e si stanno trattando come dei poveri disperati che dobbiamo andare a salvare, ma fatemeli conoscere questi poverelli e così capisco di che aiuto hanno bisogno. La nostra missione è non toccare da 4mila in giù, è una proposta di legge depositata, firmata dai capigruppo dei 5Stelle e della Lega e si va avanti fino alla fine. Se qualcuno vuole dire che il Contratto non lo si vuole attuare, lo dica chiaramente”.
Nella polemica interviene Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera che tenta di smorzare gli animi. “Non mi risulta ci sia nessuno contrario a taglio delle pensioni da 5mila euro, come previsto dal contratto di governo”, ha detto Borghi continuando “Sulle pensioni la posizione mi risulta essere sempre la stessa: per i trattamenti sopra i 5mila e non coperti da contributi l’obiettivo è riportarli al montante contributivo, come previsto”.
“Smentisco chi parla di tassazione a partire dai 2mila euro, come sostiene Brambilla: è una cosa che non è prevista da nessuna parte”, prosegue Borghi. Che poi precisa: “Brambilla è un esperto che ascoltiamo con piacere ma non ha alcun ruolo interno alla Lega, tantomeno al governo: sul tema delle pensioni d’oro non c’è alcuna polemica con M5s. Vale quanto stabilito nel contratto di governo”.
“In ogni caso” aggiunge infine Borghi, “la proposta di legge presentata alla Camera, sottoscritta dai capigruppo Lega e M5s, è ovviamente modificabile in Parlamento in modo trasparente”. “Ad esempio credo si possa correggere il tetto passando dall’intervento dai 4mila euro ai 5mila, come previsto dal contratto. Inoltre – conclude Borghi – credo si debba rimodulare le modalità dell’intervento sulle pensioni di chi ha versato i contributi corrispondenti”.